19/01/2023 di Giuliano Guzzo

Ora ai medici si insegna come assistere i. . . "neonati Lgbt"

Pressoché terminata la conquista dei grandi mass media - quindi delle redazioni di giornali e case editrici – nonché di larga parte del mondo accademico, l’ideologia gender ora si sta interessando ad un nuovo versante: quello dei reparti di neonatologia. Non è uno scherzo, ma quanto sembra vedendo ciò che si intende insegnare alla Harvard Medical School, facoltà di medicina della mitica Università di Harvard con sede a Boston, nel Massachusetts, uno dei templi del sapere nonché uno dei luoghi di formazione per futuri dottori più prestigiosi del pianeta.

In tale facoltà, infatti, è da qualche tempo disponibile l’iscrizione ad un corso facoltativo finalizzato alla «cura di pazienti con diversi orientamenti sessuali, identità di genere e sviluppo sessuale». Il programma – che prevede partnership con strutture quali il Boston children's Hospital, il Massachusetts general hospital e la Cambridge health alliance – offre un iter di quattro settimane, volto a far sì che i futuri medici possano essere più preparati a seguire «pazienti» che «si identificano come lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuale o asessuale». Una descrizione, quella riportata fino a questo punto, che non solleva particolari allarmi.

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Anzi, per quanto opinabile tale corso si potrebbe perfino definire “normale”, in un mondo in cui vengono strutturati programmi analoghi – ancorché di taglio non medico – da parte, tanto per fare un esempio, dei Comuni italiani, come mostra, Per una capitale dei diritti. Il podcast sulle politiche Lgbt+, un progetto frutto della collaborazione tra l’Ufficio Radio della direzione Comunicazione istituzionale del Gabinetto del sindaco e l’U.o. Diritti Lgbt+ del Dipartimento Pari Opportunità di Roma Capitale. Se perfino ai dipendenti comunali vengono proposti corsi in salsa arcobaleno, perché stupirsi se ciò avviene negli atenei?

Il punto però qua è diverso. Infatti, se si va a leggere il sito della Harvard Medical School si scopre come il corso in parola tenterà di offrire ai futuri medici indicazioni su come meglio servire «persone di genere e appartenenti a minoranze sessuali nel corso della vita, dai neonati agli adulti più anziani». Avete letto bene: secondo la celebre facoltà di medicina americana, si può nascere Lgbt, ovvero «appartenenti a minoranze sessuali». Che si sia arrivati questo punto, come fa notare il sito Christianpost, non è un caso. Infatti questo corso non è tenuto da due medici qualsiasi, bensì da Alex Keuroghlian e Alberto Puig. Ora, c’è da dire che Keuroghlian è uno psichiatra e sostenitore Lgbt e sia lui sia Puig lavorano presso il Massachusetts General Hospital di Boston, il quale a sua volta non è un ospedale qualunque.

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Parliamo infatti di una struttura che offre interventi chirurgici transgender. Addirittura, nel 2020 i medici di tale ospedale chiesero, ricorda sempre Christianpost, l'approvazione per eseguire un intervento chirurgico unico nel suo genere: quello di attaccare il pene di un uomo morto a una donna che si identifica come trans. L’humus di riferimento, su cui è germogliata l’idea di un corso dove si contempla la possibilità che esistano «neonati Lgbt», non è dunque frutto di caso, neppure per un po’.

Va detto che tuttavia alcuni osservatori hanno comunque tentato di buttare acqua sul fuoco, dicendo che quella attorno a questo corso è una polemica senza basi, dato che i «neonati» in questione altro non sarebbero che quelli classificabili come intersessuali. Come dire: nulla di strano, tutto a posto. Sarà. Sta di fatto che, anche così fosse, il percorso della Harvard Medical School, com’è presentato, suona comunque ambiguo. E, dato che esso è tenuto da professionisti totalmente favorevoli alla transizione di genere tra i minori, a pensare male si farà senz’altro peccato: ma non è detto che non si indovini.

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