02/08/2015

Obiezione di coscienza e libertà religiosa: l’attacco delle lobby LGBT

L’agenda degli attivisti LGBT prevede l’abbattimento delle garanzie normative della libertà religiosa (un diritto che somiglia abbastanza, in questo contesto, a quello che noi chiamiamo diritto all’obiezione di coscienza).

La Catholic News Agency (CNA) americana ha pubblicato un interessate e allarmante articolo in cui rilancia le dichiarazioni di Tim Sweeney al forum esecutivo della Out & Equal Workplace Advocates, tenutosi a San Francisco nella scorsa primavera.

Sweeney è stato direttore della Evelyn & Walter Haas, Jr. Fund e presidente della Gill Foundation, fino al 2013. Aprendo il link all’articolo della CNA potrete leggere dei milioni di dollari che queste e altre fondazioni ad esse collegate fanno girare non tanto e non solo per finanziare i Pride e l’attivismo LGBT,  ma per fare azione di lobbying al fine di abolire leggi come le Religious Freedom Restoration Acts.

Queste norme, a supporto del I emendamento della Costituzione americana che garantisce la libertà religiosa, sono nate inizialmente a tutela delle minoranze – come i nativi d’America – che per questioni religiose e culturali non volevano adeguarsi a determinate normative in materia di edilizia, piani regolatori ecc.

Da ultimo queste leggi sono state invocate a difesa di coloro che per motivi etici non ritengono di adeguarsi alle leggi sull’aborto e sulla contraccezione (è il caso della catena di negozi  Hobby Lobby). Sono le norme invocate – ahinoi non sempre con successo – dai pasticceri, fiorai e ristoratori che non vogliono lavorare in occasione di matrimoni gay.

Queste leggi, quindi, sono considerate “omofobe”. Sono leggi che ostacolano il riconoscimento dei “nuovi diritti civili” agli omosessuali, perciò sono leggi che vanno abolite nel giro di tre anni (così ha detto Sweeney, che si proclama ipocritamente strenuo difensore della libertà religiosa, e “contrario a tutte le discriminazioni”: quindi la sua libertà religiosa de facto si limita alla libertà della sola “religione” omosessualista... ).

BludentalGià in Indiana l’azione di lobbying è riuscita a far cambiare la legge.

I milioni di dollari investiti in questa attività sono forniti anche da sponsor di tutto rispetto (e sostanza): Bain & Company, Comcast, Dell, Freddie Mac, Hilton Worldwide, Oracle, e Pricewaterhouse Coopers, Walt Disney Company, Wells Fargo, Deloitte, Hewlett-Packard, Intuit e la media company di Thomson Reuters.

Quel che accade in USA accade anche in Europa, a maggior ragione, dove il laicismo è per certi versi più diffuso e radicato (si veda la Francia o il Regno Unito).

Ecco perché ci preme chiedere a coloro che con la massima attenzione e sensibilità ai “nuovi diritti” dei gay vogliono approvare il ddl Cirinnà, di prevedere almeno anche il diritto all’obiezione di coscienza dei soggetti terzi coinvolti nelle “unioni civili”: chi fosse davvero uno strenuo difensore dei diritti inviolabili dell’uomo deve coerentemente riconoscere tra essi l’obiezione. Ma visti gli attacchi che subiscono gli operatori sanitari che si rifiutano di praticare l’aborto, abbiamo motivo di ritenere che questa coerenza coi “nuovi diritti” davvero non s’accompagni.

Redazione

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

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