10/07/2014

Pasticceria rischia di chiudere perchè non ha voluto fare una torta gay friendly

Un’azienda dolciaria irlandese finita nei guai perchè non ha accettato la commessa di produrre una torta riportante la scritta “Sì al matrimonio gay”. Ora la palla passa nelle mani dei Tribunali dell’Irlanda del Nord che dovranno comprendere se è o meno un obbligo sfornare torte gay friendly.

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Come funzionano davvero le leggi sull’omofobia e sulla non discriminazione degli omosessuali? Questo giornale lo ha fatto notare più volte: anziché dissertare in teoria, guardiamo in pratica come vanno le cose dove le leggi ci sono già. L’ultimo caso – che sarebbe ridicolo se non mostrasse i pericoli che ormai corre la libertà religiosa, anzi la libertà di tutti, in Europa – viene dall’Irlanda del Nord, l’unica parte del Regno Unito che non ha una legge sul matrimonio omosessuale, introdotto invece in Inghilterra e Galles nel 2013 e in Scozia nel 2014.

La catena di pasticcerie Ashers Baking Company è una catena di pasticcerie gestita dalla famiglia McArthur, con negozi in sei diverse città dell’Irlanda del Nord e sessantadue dipendenti. Qualche settimana fa il negozio di Belfast del gruppo ha ricevuto una richiesta per una torta che sarebbe stata tagliata nel municipio di Bangor Castle in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia. La torta avrebbe dovuto recare la scritta «Sosteniamo il matrimonio gay» e il logo della campagna a favore dell’introduzione anche in Irlanda del Nord del «matrimonio» fra persone dello stesso sesso. I committenti avevano chiesto di riprodurre sulla torta anche due personaggi dei cartoni animati Sesame Street, Bert ed Ernie, presumibilmente in violazione dei diritti di proprietà intellettuale dei creatori di questa nota serie canadese. Questo sarebbe stato già di per sé un buon motivo per rifiutare l’ordine, ma – consultata la direzione centrale – la filiale di Belfast della Ashers Baking Company ha invece comunicato ai clienti che non poteva preparare la torta perché gli slogan erano in conflitto con le convinzioni cristiane dei titolari, contrari al «matrimonio» omosessuale.

Come risultato, la società nord-irlandese è ora oggetto di una procedura della Equality Commission britannica, che ha il potere di chiudere le aziende che esercitano forme di discriminazione etnica, razziale o sessuale. I tribunali dell’Irlanda del Nord si sono finora dimostrati abbastanza protettivi rispetto ai diritti di libertà religiosa in casi di questo genere. La vicenda tuttavia sembra destinata ad avanzare fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ed è anche utilizzata per affermare la necessità di approvare al più presto la direttiva europea anti-discriminazione proposta nel 2008 e tuttora bloccata dall’opposizione di diversi Paesi, che estenderebbe a tutti gli ambiti una norma che ora esiste solo in materia di assunzioni e posti di lavoro.

Costringere i pasticceri a sfornare «torte gay» è evidentemente grottesco. Ma mostra dove portino le leggi sull’omofobia, e quanto pericolosi possano essere i futuri sviluppi europei se non si provvederà a fermarli in tempo.

Massimo Introvigne

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

 

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