22/11/2023 di Giuliano Guzzo

Gualtieri e la sua inesorabile deriva Lgbt

Chi l’avrebbe mai detto che si sarebbe affermato come un Sindaco Lgbt, se non il primo cittadino più arcobaleno d’Italia? Certo, Roberto Gualtieri milita nel Pd di Elly Schlein, e già questo dice molto. Ma l’aria composta e mite, da politico della porta accanto, con cui si è solito atteggiarsi ed intervenire, ecco, faceva pensare ad un esponente delle istituzioni più equilibrato e meno partigiano.

Invece dal 21 ottobre 2021 – data d’inizio del suo mandato, come successore di Virginia Raggi – Gualtieri ha sostanzialmente fatto tutto il possibile per appoggiare l’agenda Lgbt. Le danze arcobaleno, in Campidoglio, sono iniziate pochi mesi dopo l’insediamento del nuovo Sindaco, nell’aprile 2022, con l’istituzione dell’Ufficio Diritti LGBT+ di Roma Capitale, affidato, sottolinea il sito del Comune di Roma stesso, a «Marilena Grassadonia, attivista LGBT+, già Presidente dell’Associazione Famiglie Arcobaleno e responsabile nazionale Diritti e Libertà di Sinistra Italiana». Olè.

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Successivamente, a dicembre, come su queste colonne, avevamo avuto modo di segnalare, c’è stato il varo, sul portale internet di Roma Capitale, della sezione dedicata Per una capitale dei diritti. Il podcast sulle politiche Lgbt+, un contenitore per raccontare i progetti, le azioni, il lavoro svolto dall’Amministrazione comunale nel campo dei cosiddetti nuovi diritti. Venendo a quest’anno, a maggio, merita di essere ricordano l’ordine dato sempre dal Nostro per la rimozione dei manifesti di Pro Vita & Famiglia contro l’utero in affitto. Ancora, sempre a maggio, precisamente il giorno 12, durante l'incontro Le Città per i diritti promossa dal primo cittadino di Torino Stefano Lo Russo – Roberto Gualtieri ha promesso che avrebbe trascritto i certificati di nascita esteri di figli di «due mamme». Una promessa mantenuta neppure un mese dopo, venerdì 9 giugno 2023 trascrivendo - alla presenza dell’Assessore Andrea Catarci e della già citata Coordinatrice Ufficio Diritti Lgbt+, Grassadonia – due certificati: quello di un bimbo nato in Francia con madri italiana e francese e di una bimba nata in Inghilterra, con una coppia italo-inglese.

Il giorno dopo il primo cittadino di Roma, assieme alla segretaria del suo partito, Schlein, ha manifestato tra i 35 carri del Roma Pride, in compagnia anche di Nicola Zingaretti, di Alessandro Zan, Marco Furfaro nonché di una delegazione dei Cinque Stelle e una di Italia Viva, con Maria Elena Boschi. Insomma, il Sindaco di Roma – per quanto non abbia finora sfoggiato calzini memorabili come quelli di Beppe Sala, giunto a farsi immortalare perfino con un’automobile da Pride - è davvero e pure lui tutto arcobaleno, e dove più conta: nel cuore. Lo è talmente tanto da non aver mai solidarizzato, a quanto risulta, con Pro Vita & Famiglia, la cui sede a Roma è da tempo oggetto di operazioni vandaliche, minacce, sfregi, attacchi di ogni tempo.

Tutte cose che, avessero mai colpito la sede di un’associazione Lgbt (cosa che nessuno lontanamente si augura, sia ben chiaro), avrebbero visto invece il Sindaco accorrere in lacrime ad esprimere personalmente la sua solidarietà e quella della sua giunta intera, condannando l'accaduto. Ma i pro family invece, beh, quelli si arrangino se vengono aggrediti. Pare esser questa la filosofia del Campidoglio, aperta, tollerante e disponibile. Ma solo con alcuni: degli altri, chissenefrega. Nel frattempo, la grande marcia arcobaleno di Gualtieri continua con fior di progetti gender che invadono le scuole della Capitale. Il Comune di Roma ha infatti rinnovato corsi di formazione obbligatori gender per insegnanti di nido e infanzia. Il pretesto, in questi casi, è la solita “decostruzione degli stereotipi di genere”. Ma questa è solo l’etichetta: la minestra è sempre la stessa, quella arcobaleno. Culturalmente parlando, sigh, chef Roberto Gualtieri sa cucinare solo questa pietanza. Tocca accontentarsi e tacere, pure. Se no, ovvio, si è omofobi, intolleranti e bla bla bla. La locanda non accetta recensioni negative.

 

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