Hollywood si appresta ad ospitare una nuova edizione e versione di Jesus Christ Superstar che farà discutere. Anzi, che lo sta già facendo. Lo storico musical rock di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice - diventato un film di successo nel 1973 - quest’anno tornerà in scena all’Hollywood Bowl di Los Angeles con una scelta di cast che ha sollevato scalpore in tutto il mondo: a interpretare Gesù sarà Cynthia Erivo, attrice donna, nera e dichiaratamente queer. La produzione, in programma dall’1 al 3 agosto 2025, è diretta da Sergio Trujillo, con direzione musicale di Stephen Oremus. L’evento, come se non fosse già palese, è stato annunciato come “inclusivo” e “rivoluzionario” dalla stampa progressista americana, ma il vero punto è che si tratta in realtà di un attacco deliberato e ideologico ai simboli del cristianesimo, al centro stesso della Fede cristiana.
La blasfemia Lgbt
Non appena la notizia è stata diffusa, numerose voci cristiane, e non, hanno sollevato una denuncia pubblica: rappresentare Gesù come una donna queer, per giunta con riferimenti sessuali e identitari del tutto estranei al contesto evangelico, è una provocazione inaccettabile per tutti i credenti. Il musical, infatti, non solo svuota la figura di Cristo della sua natura divina, ma la riempie di messaggi ideologici gender che nulla hanno a che fare con la fede cristiana. Cynthia Erivo, dal canto suo, ha risposto alle critiche con sarcasmo: «È solo un musical, il posto più gay del mondo». Una frase che, da sola, mostra quanto questa operazione sia pensata per colpire la fede dei cristiani, più che per reinterpretare un rappresentazione musicale e un film del passato.
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Un’offesa per miliardi di cristiani
Questa edizione di Jesus Christ Superstar è dunque blasfema, e lo si può affermare senza se e senza ma e soprattutto senza paura di apparire bigotti o retrogradi, perché di questo si tratta: di blasfemia. Trasformare Gesù Cristo in un simbolo di propaganda gender, lo svuota del suo significato storico e religioso per chi crede e lo piega a una narrazione che nulla ha a che vedere con i valori della Fede cristiana. In tutto il mondo, infatti, oltre due miliardi di cristiani vedono in Gesù il Figlio di Dio, incarnatosi uomo per redimere l’umanità. Non è un personaggio simbolico, un concetto fluido, una bandiera arcobaleno: è una Persona storica, vera, che ha sofferto, è morto e - per chi crede - è risorto. Chi stravolge tutto questo, lo fa non per inclusione, ma per cancellazione, offendendo profondamente chi crede.
Chi paga tutto questo? La KLM
Ma chi finanzia questa messinscena ideologica? Il main sponsor della produzione 2025 è la compagnia aerea olandese KLM Royal Dutch Airlines, che sul sito ufficiale dell’evento appare accanto alla dicitura “Official Airline of the Hollywood Bowl”. Non si tratta di un dettaglio secondario: senza il sostegno economico di KLM, questa produzione non sarebbe stata possibile. È quindi legittimo chiedersi: perché una compagnia aerea internazionale, che dice di voler “unire le persone”, sostiene una rappresentazione che ferisce in profondità la sensibilità religiosa di miliardi di persone?
La lunga storia di KLM pro-Lgbt
La risposta, purtroppo, sta nella storia stessa della KLM. Non è la prima volta, infatti, che questa compagnia si schiera apertamente per la causa Lgbtqia+, e non solo con dichiarazioni simboliche. Fin dal 1998, KLM ha finanziato i Gay Games di Amsterdam, e nel 2004 ha fatto una pubblicità mirata al pubblico Lgbt in Italia. A quanto è reperibile sul Web, infatti, in quell’anno la compagnia aerea olandese avviò una campagna marketing acquistando spazi pubblicitari sul portale gay italiano gay.it (dopo una precedente presenza, ad esempio, su queer.nl e la sponsorizzazione, come detto, degli Amsterdam Gay Games del 1998). L'obiettivo era quello di attrarre più membri Flying Dutchman (ora Flying Blue), tra le persone Lgbt, con una serie di banner, pop-up e chat sponsorizzate. Ma non finisce qui. Nel corso degli anni, infatti, la stessa compagnia ha sponsorizzato il Pride di Stoccolma, promosso voli “arcobaleno”, colorato gli aerei con livree Lgbt e lanciato campagne come “Love over Bias” e “Flying Proud”. Ha anche introdotto l’opzione “Mx” (per persone non binarie) nei propri moduli di prenotazione e formato un gruppo interno di dipendenti attivisti chiamato “Over the Rainbow”. Dunque si tratta, a tutti gli effetti, di un impegno ideologico sistematico, che non ha nulla a che vedere con il giusto rispetto di tutte le persone, ma rientra in una strategia globale per normalizzare e imporre l’agenda gender. Nel 2017, invece, in occasione del Pride di Amsterdam, la compagnia aerea KLM ha lanciato una campagna pubblicitaria “inclusiva” che ha fatto molto discutere. L’immagine mostrava tre cinture di sicurezza stilizzate con colori arcobaleno, ciascuna rappresentante una coppia: una con due estremità maschili, una con due femminili e una con estremità complementari. Lo slogan recitava: “It doesn’t matter who you click with” (“Non importa con chi fai clic”), chiaro riferimento all’agenda LGBT+ e al concetto di “amore libero”. Ma la trovata si è rivelata un clamoroso autogol: dei tre esempi raffigurati, solo la cintura “eterosessuale” poteva realmente chiudersi, mentre le altre due — tecnicamente — risultavano inutilizzabili, rendendo l’immagine involontariamente ironica. Anziché celebrare l’inclusione, la grafica ha finito per simbolizzare l’incompatibilità funzionale di unioni “non complementari”, suscitando critiche e ironie in tutto il mondo. Una pubblicità che, invece di rafforzare il messaggio, si è smentita da sola.
NO ALLA BLASFEMIA CON GESU' DONNA E QUEER - FIRMA QUI LA PETIZIONE!
L’ipocrisia di chi predica inclusione ma disprezza la fede
Quello che più indigna è, poi, l’ipocrisia. KLM, infatti, si riempie la bocca di parole come “inclusione”, “rispetto”, “valori”. Tanto da sottlineare e includere questi termini nelle sue policy, nei documenti valoriali e - sulla carta - nel suo modus operandi. Ma la verità è che considera oltre due miliardi di cristiani nel mondo come una categoria di serie B, da poter offendere, ridicolizzare e calpestare impunemente, senza alcuna conseguenza. È una doppia morale, una logica del “due pesi e due misure” che considera la blasfemia e il ridicolizzare la Fede altrui come qualcosa di normale, di scontato, quasi come qualcosa da portare avanti con orgoglio.
Qualcosa che, però, non possiamo più tollerare ed è proprio per questo che Pro Vita & Famiglia onlus ha deciso di lanciare una petizione popolare, rivolgendosi direttamente alla Presidente e CEO di KLM, Marjan Rintel, per chiederle di agire immediatamente e con responsabilità e ritirare ogni forma di sponsorizzazione e sostegno economico a questo spettacolo blasfemo!