27/10/2019

Gender, genitori in disaccordo sulla transizione del figlio. Occhio ai ripensamenti!

Raccontiamo una storia sconcertante e che rischia di diventare, pian piano, ordinaria, dato il crescente moltiplicarsi di casi del genere. Il Tribunale del Texas sta indagando sul caso di due genitori, la dottoressa Anne Georgulas e il signor Jeffrey Younger, in lite per la custodia dei loro gemelli, spiega un articolo di Life Site News.

I due sono, infatti, in disaccordo perché, mentre la madre spinge per il “cambio” del sesso di uno dei loro due figli, il padre è contrario. Ma, mentre gran parte dell’opinione pubblica al giorno d’oggi sembra volgersi molto favorevolmente a queste pratiche, farebbe bene a prestare attenzione al gran numero di ripensamenti che si registrano dopo la procedura di transizione.

«La dottoressa Georgulas ha detto a James che è una bambina da quando aveva tre anni, e la sua pediatra, la dottoressa Jennifer Pape, lo classifica come una femmina nelle sue cartelle cliniche. Lei lo iscrisse all'asilo come una bambina di nome "Luna". Usa il bagno delle femmine, e tutti i compagni di classe credono che sia una bambina. La dottoressa Georgulas, anche lei una pediatra, vuole sottoporre James a farmaci che bloccano la pubertà e ormoni intersessuali, nonché costringere legalmente suo padre a trattarlo come una ragazza».

Insomma, una ricetta perfetta per far sì che un bambino, sin dalla sua più tenera età, cresca del tutto disorientato e privo di una corretta concezione del reale. In poche parole, tutt’altro che il suo bene. Per non parlare del trattamento riservato al padre, pienamente contrario a tutto ciò. Una figura la cui importanza rischia di essere completamente neutralizzata in nome di una dannosa e falsa libertà.

E gli effetti collaterali? Cefalee, dolori ossei, infertilità, incapacità di provare il piacere sessuale, riduzione dell’aspettativa di vita sono solo alcuni dei rischi a noi noti per ora. 

Se pensiamo, poi, alla possibilità di un ripensamento sulla propria identità, la transizione risulta essere ancora meno conveniente, sia per i costi eventuali di una inversione del ‘cambio’ del sesso (per tornare, cioè, anche esteriormente al sesso biologico – che resta comunque invariato sin da prima della nascita), sia, soprattutto, per l’elevata possibilità di cadere in depressione o in varie patologie mentali e fisiche.

Ebbene, purtroppo ben 11 giurati su 12 hanno votato affinché non fosse concessa al padre dei bambini la custodia di questi suoi figli. Chiamarla mancanza di rispetto, oltre che di buon senso e di realismo, è riduttivo. Fortunatamente, l’opinione pubblica è in prevalenza a favore del signor Younger.

In sua difesa, il senatore Ted Cruz, R-Texas ha dichiarato: «Un bambino di 7 anni non ha la maturità per prendere decisioni profonde come questa. Lo stato del Texas dovrebbe proteggere il diritto di questo bambino di […] non essere usato come pedina di una agenda politica di sinistra».

E noi non possiamo che associarci a tale dichiarazione, auspicando che questo bambino venga finalmente lasciato libero di vivere la propria infanzia, imparando a conoscere ed apprezzare il proprio corpo e la propria reale identità esattamente così com’è e non a dover cambiare a tutti i costi, persino a costo della salute.

di Luca Scalise

[AGGIORNAMENTO: Nonostante la giuria, il giudice ha stabilito che il padre ha diritto di decidere sul figlio. E poi ha vietato ai due genitori di parlare con la stampa del caso. Vedi il nostro Flash a riguardo]

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