25/10/2017

Chi si pente del cambiamento di sesso è un reietto

Il dottor Miroslav Djordjevic  denuncia un nuovo tabù: le persone pentite di essersi sottoposte a chirurgia estetica per cambiamento di sesso vivono un dramma che viene disconosciuto e vengono esse stesse emarginate.

... ma questa non è “omo-trans-fobia?”

Il dottor Djordjevic, uno dei chirurghi plastici più famosi a livello internazionale, che opera a Belgrado, viene ricercato da persone transgender  provenienti da paesi in tutto il mondo occidentale. Non solo per “cambiare sesso”, ma da un po’ e sempre più frequentemente per ritornare nelle forma corrispondenti al sesso biologico.

La prima volta è accaduto 5 anni fa: un uomo che era “diventato” donna ha voluto recuperare il suo sesso, il suo pene, la sua barba.

La cosiddetta operazione di “inversione” non è facile (soprattutto quando si tratta di ricostruire i genitali maschili), costa circa 18.000 euro e richiede diversi interventi chirurgici, eppure  sono sempre di più quelli che la richiedono.

Djordjevic spiega che le persone determinate a intraprendere questo difficile percorso hanno sperimentato  dei livelli di depressione paralizzanti dopo la loro transizione e, in alcuni casi, hanno tentato il suicidio.  E soprattutto – dice il dottore – la maggior parte di loro denuncia il fatto che nessuno vuole ascoltare le loro storie di disagio e di rimpianto.

Nessuno prende in considerazione i problemi dei trans pentiti

In Inghilterra, la Bath Spa University, per esempio, ha rifiutato un progetto di ricerca sull’inversione della riassegnazione del sesso, perché l’argomento è stato ritenuto “politicamente errato”.

James Caspian, uno psicoterapeuta che lavora con i transgender, era uno dei proponenti. Aveva raccolto alcuni risultati preliminari che mostravano il  numero crescente di giovani pentiti del cambiamento di sesso. E’ stato deferito al comitato etico dell’Università che lo ha respinto per timori delle critiche che potevano conseguirne all’ateneo.

Intanto Djordjevic, esegue annualmente circa 100 interventi presso la sua clinica di Belgrado e presso l’ospedale di Mount Sinai di New York. Prima di qualsiasi intervento chirurgico, i pazienti devono sottoporsi a una valutazione psichiatrica per un uno o due anni, seguiti da una valutazione ormonale e una terapia. Richiede anche il parere di altri professionisti tenta di rimanere in contatto per il più a lungo possibile dopo l’intervento chirurgico. Attualmente, è riuscito a mantenere un rapporto con l’80% dei suoi ex pazienti. Afferma di essere seriamente preoccupato circa il livello e l’accuratezza della valutazione e consulenza psichiatrica che la gente riceve altrove quando chiede la prima riassegnazione del sesso.

... E’ una questione di soldi...

Djordjevic teme che il denaro sia alla radice del problema. «Ho sentito storie di persone che visitano i pazienti dopo l’intervento di riassegnazione del sesso solo a pagamento»: dice il dottore che questo business va in qualche modo fermato.

Le persone che chiedono l’inversione della riassegnazione sono principalmente uomini che desiderano ridiventare uomini, di età media che va scendendo rapidamente (dai 45 ai 21 anni).

Djordjevic ritiene inoltre che i medici dovrebbero rifiutarsi di obbedire alle leggi che consentono il cambiamento di sesso ai minorenni (cosa che invece va molto di moda, soprattutto in Inghilterra).

Redazione

Fonte: National Post e Sunday Telegraph

La foto in evidenza appartiene al logo del sito Sex Change Regret, fondato e diretto da Walt Heyer,  per aiutare e sostenere le persone in crisi a seguito di interventi volti al cambiamento del sesso.

 


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