05/04/2023 di Manuela Antonacci

Un questionario a luci rosse al Liceo. Accade a Rimini

Carriera alias, ideologia gender nelle scuole, ci mancava solo il questionario a luci rosse al liceo. È quanto accaduto al Liceo Serpieri di Viserba, a Rimini, dove è circolata un’indagine, sotto forma di domande estremamente imbarazzanti, a supporto di una tesi di laurea.

Le prevedibili proteste dei genitori sono arrivate sia per il contenuto al limite del porno, racchiuso nelle domande rivolte agli studenti, in cui si indaga sulla loro vita sessuale, sia per il mancato preavviso.

A descrivere la situazione è il comitato “Rete per la scuola” che ha dato voce alle proteste dei genitori: «Sono stati diffusi a scuola – hanno fatto sapere - i QrCode per partecipare al questionario, senza fare differenze tra maggiorenni e minorenni». Il sondaggio non è della scuola, ma fa parte di una ricerca condotta nell’ambito di una tesi di laurea in psicologia. Ma ciò che lasciato più sbigottiti genitori e studenti insieme, sono state le domande dettagliate rivolte ai ragazzi (dai 13 ai 20 anni) che poco spazio lasciavano alla fantasia. «Un crescendo di assurdità» l’ha definito uno dei genitori e sin dall’inizio, dato che il questionario richiedeva da subito allo studente di esprimere il proprio genere di appartenenza, tra cui compariva anche una “X”.

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Per non parlare poi delle domande in cui si chiedeva la frequenza nel guardare i film porno, quali sostanze liquide escono dagli organi sessuali, domande sulle eventuali fantasie erotiche e persino la «percezione nell’atto sessuale», tutto rigorosamente corredato da un bell’asterisco finale, non sia mai qualcuno degli infiniti generi si sentisse “discriminato”. E ancora: «Ti senti efficace nel toccare l’altro/a e in quali zone erogene?». L’ira funesta dei genitori è arrivata anche al preside Francesco Tafuro che, però, anche di fronte all’evidenza, è rimasto impassibile, sottolineando che il questionario era facoltativo e rientrava nella ricerca di un’insegnante del Serpieri per la sua tesi di laurea in Psicologia, ma di essere personalmente favorevole all’educazione sessuale nelle scuole.

Non dello stesso avviso, invece, Matteo Montevecchi, consigliere regionale della Lega, schieratosi dalla parte dei genitori e che ha già annunciato un’interrogazione, a riguardo, all’assessore alla scuola Paola Salomoni. Montevecchi denuncia, infatti, un’aperta «violazione della libertà educativa dei genitori», in ragione del fatto che si trattava di argomenti delicati, nei quali la priorità educativa spetta ai genitori e per di più con temi affrontati in maniera totalmente ideologica e che anche per questo non dovrebbero entrare affatto nelle scuole. Per questo sarà esplicitamente chiesta l’eliminazione del questionario. Alla richiesta del consigliere, si sono aggiunte quelle dei genitori: «Al dirigente e al collegio docenti del Serpieri chiediamo che venga tolto immediatamente il QrCode su tutte le porte delle aule e che l’educatrice cancelli tutte le risposte ricevute. Aspettarsi delle scuse ai genitori tenuti all’oscuro, sarebbe cortesia dovuta, ma sappiamo che non accadrà mai».

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