27/02/2020

Transizione di genere. Alcune tra le testate più autorevoli del mondo ne rivelano i rischi

Ideologia gender e “transizione” sono oggi al centro di numerosi dibattiti, in cui, chi si limita a palesarne le criticità, spesso viene ammutolito con l’accusa (infondata) di omofobia, onde evitare il rischio che dica cose vere, influenzando l’opinione pubblica. Eppure, due importanti testate nell’arco di pochi giorni hanno pubblicato tre articoli che ne pongono in evidenza i rischi. Si tratta di Economist e Wall Street Journal, come leggiamo in un articolo di Avvenire.

L’Economist mette in luce le problematiche relative alla libertà di parola - fortemente messa in pericolo anche in Italia da proposte di legge, come quella contro l’omofobia, che metterebbero il bavaglio persino a chi afferma che un bambino ha diritto a una mamma e a un papà – e a testi scolastici proposti ai bambini, che, come sappiamo, sovente vengono indottrinati con l’antiscientifica ideologia gender.

«Valutazioni negative, poi, sui farmaci bloccanti la pubertà ai preadolescenti con disforia di genere», di cui, in un altro articolo, si mettono in luce i rischi, tra cui «l’irreversibilità del percorso, la scarsa attendibilità dei dati sui suicidi fra i ragazzini transgender, la necessità di un consenso informato più adeguato», problematiche tali da aver spinto il Servizio sanitario britannico a disporre «una revisione dei trattamenti somministrati per la disforia di genere nei minori».

Il Wall Street Journal, invece, ospita un articolo, firmato dai biologi Colin Wright e Emma Hilton, che, ribadendo verità scientifiche evidenti – come che «negli umani i sessi sono due, maschile e femminile, necessari per riprodursi, e che un terzo sesso non esiste» - mostra le teorie gender per quello che sono, menzogne.

E ancor più chiaramente si esprime sui rischi della diffusione di tali teorie: «negare la realtà del sesso biologico e soppiantarlo con la soggettiva 'identità di genere' non è solo una eccentrica teoria accademica. Solleva serie preoccupazioni per i diritti umani di gruppi vulnerabili incluse le donne, gli omosessuali e i bambini».

Spiega Avvenire: «Le donne rischiano di perdere la protezione legale basata sul sesso, come categorie sportive separate, mentre l’omosessualità perde significato se i sessi non sono distinti […]. Ma i più vulnerabili sono i bambini, che possono diventare confusi sul proprio sesso».

Insomma, i pericoli di tali teorie sono ormai sempre più palesi. Denunciarne la gravità non significa mancare di rispetto a qualcuno, ma tutelare i bambini, consentendo loro una crescita sana.

 

di Luca Scalise

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