09/09/2021 di Manuela Antonacci

Sessualizzazione dei minori. Meluzzi: «Un mercato pericoloso e drammatico»

Uno scenario inquietante ed estremamente pericoloso, quello che si profila in rete, oggi, per i nostri figli, legato al fenomeno dell’ipersessualizzazione dei minori sui media, cioè quel fenomeno per cui la sessualità viene spesso imposta ai minori su internet o sugli altri media in modo indebito, oppure quando i minori vengono addirittura coinvolti in vicende sessuali pericolose e illecite (si pensi a fenomeni quali il revenge porn, l'adescamento o la pedopornografia).

Un’emergenza messa in evidenza anche da Pro Vita & Famiglia, che ha lanciato la sua nuova campagna proprio contro l’ipersessualizzazione dei bambini. Un argomento scottante e “scomodo” che abbiamo voluto affrontare insieme al professor Alessandro Meluzzi.

 

Professore, a che pro l’ipersessualizzazione dei minori in rete e nei media?

«E’ tutto un mercato: il corpo è un mercato, il sesso è un mercato, l’identità è un mercato. Se tutto diventa un mercato, tutto si compra e si vende, compresi i minori. In alcuni casi vengono venduti con il loro corpo, per i trapianti d’organo o per i pedofili, in altri casi come consumatori coatti di sessualità distorta».

Il ruolo dei genitori in tutto ciò?

«Ma cosa vuole che facciano i genitori? I genitori già non ci sono più, nel senso che non ci sono più le famiglie: un padre solo, una madre sola a cui vengono affidati i figli hanno mille cose da fare, compresi i loro nuovi partner e non si capisce come potrebbero passare del tempo coi loro figli. Nella dissoluzione della famiglia c’è anche la dissoluzione del resto».

Alla base di tutto questo, non c’è forse, un malinteso senso del concetto di “libertà”?

«Il problema non è la libertà, il libertinismo, la mancanza di equilibrio. Il problema è che ciò che viene veicolato è completamente distorto: i bambini si devono vestire da bambine, le bambine da bambini, nelle favole ci sono due principesse che si baciano. In questo contesto tutto diventa puro caos».

Che fine ha fatto il concetto di “innocenza” legato all’infanzia?

«La principale vittima della guerra è la verità e dopo la verità è l’innocenza. Quindi è chiaro che in una società dissoluta è difficile persino definire il concetto di innocenza».




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