25/06/2016

Sesso tra adolescenti: i dati dicono qualcosa di “strano”?

Il mito dei giovani degli anni ’60 era “sesso, droga e rock ‘n roll”. Un mito che di danni ne ha fatti parecchi. Oggi, però, forse qualcosa sta cambiando.

Il Centro per il Controllo e Prevenzione delle Malattie (il CDC, organismo dell’amministrazione “liberal” di Obama) ha pubblicato i dati 2015 circa il comportamento sessuale a rischio di malattie dei giovani americani.

I risultati mostrano che i ragazzi che bevono, che fumano, che ingaggiano risse, sono in numero sempre minore, dal ’91 a oggi.

Ma la grande novità è l’incredibile  aumento della percentuale di adolescenti che non hanno mai fatto sesso, che scelgono di restare vergini più a lungo della media dei loro coetanei. Dal 1991 (primo anno in cui il CDC ha iniziato a monitorare i comportamenti a rischio dei giovani), la percentuale di studenti delle scuole superiori che non hanno mai avuto rapporti sessuali è aumentato del 28 per cento. In numeri reali, significa che quasi 6 su 10 ragazzi stanno facendo la scelta più sana: aspettano per far sesso la persona e il momento giusto.

Quando il CDC aveva pubblicato la notizia che le gravidanze indesiderate tra gli adolescenti erano in diminuzione, tutti hanno pensato che il dato fosse il risultato dell’educazione sessuale e della contraccezione.

Sarà anche vero. Ma solo in parte. Infatti, incrociando i dati, si evince che una maggiore e più spregiudicata “educazione sessuale” comporta maggiori gravidanze indesiderate. Mentre il calo delle stesse va sicuramente considerato anche in base alla scelta di molti di posporre nel tempo i primi rapporti.

Altri hanno detto che oggi i giovani sono assorbiti tanto dalla “realtà virtuale” dei social media che non hanno tempo per il sesso “reale”. Ma anche questa conclusione sarà vera solo in parte, perché la tendenza a procrastinare il sesso si è manifestata prima dell’avvento dei social.

Resta il dato di fatto. Qualsiasi sia il motivo, la tendenza va incentivata. Quelli che pontificano: “I giovani fanno sesso, fatevene una ragione”, riflettano.

Sarà bene dare spazio a quei programmi educativi che inquadrano il sesso nel contesto più ampio della persona, dell’affettività, vista nella sua globalità. Che danno al sesso la giusta importanza, nell’ambito della crescita e della realizzazione personale dell’individuo. Che sottolineano come le soddisfazioni nella vita – non solo dei giovani – non sono solo e principalmente le soddisfazioni sessuali, che – anzi – di per sé provocano un piacere (non sempre così intenso) effimero. Il sesso fine a se stesso lascia il vuoto dentro. Il sesso fine a se stesso può innescare una sorta di dipendenza che ha ripercussioni negative sulla vita sociale della persona. Può essere una schiavitù, anziché una liberazione. Evidentemente ci sono dei ragazzi – anche molto giovani – che queste cose le hanno intuite, visto che pochi gliele dicono. Ed evidentemente l’esperienza della castità (scelta liberamente e coscientemente) è positiva tanto che i ragazzi tra di loro si “educano” al rispetto di sé e degli altri. E le gioie del sesso, al momento giusto, con la persona giusta e nell’ambito di un rapporto globale, maturo, stabile, fedele, sono davvero tutta un’altra cosa.

Redazione

Fonte: LifeSiteNews


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