Dopo le numerose proteste da parte del mondo civile e politico e la petizione di Pro Vita & Famiglia, la fiera dei bambini su misura in programma a Milano per il 21 e 22 maggio prossimi è stata momentaneamente rimandata.
Come si legge da una comunicazione arrivata direttamente dal team dell’evento, “Un sogno chiamato bebè”, infatti, gli organizzatori hanno comunicato che “a causa di circostanze” al di fuori del loro controllo è stata presa la decisione di “posticipare l’importante evento al 2023”. L’iniziativa - lo ricordiamo - ha l’intento di promuovere aziende e società che sponsorizzano servizi di procreazione medicalmente assistita ed è organizzata da chi, nel 2021 ha già pubblicizzato la barbara pratica dell’utero in affitto con lo stesso evento a Parigi, Berlino, Colonia e Monaco.
Nonostante il mistero che ha fin dall’inizio avvolto i dettagli della manifestazione e la certosina volontà degli organizzatori di non nominare mai esplicitamente l’utero in affitto (ovvero la cosiddetta maternità surrogata o, come la chiamano altri, gestazione per altri), era ed è ancora altissimo il rischio che avvenga realmente la pubblicizzazione di una pratica non solo umanamente barbara, ma anche illegale in Italia. L’articolo 12 della legge 40/2004 prevede, al comma 6, infatti, la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro per “chiunque in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”.