24/03/2023

Regolamento UE su filiazione. Basso: «Tentativo di introdurre ideologia gender».

«La proposta di regolamento sulla filiazione è l’ennesimo tentativo dell’UE di attaccare la famiglia tradizionale e quei paesi, come l’Italia, dove ancora non ci si è piegati all’ideologia gender». E’ quanto afferma Alessandra Basso, eurodeputata Lega-ID, che – in una nota inviata a Pro Vita & Famiglia che riportiamo qui di seguito - fa sapere di aver deciso di assumere il ruolo di Relatrice ombra di questa proposta di regolamento del Consiglio sulla “filiazione” in Commissione JURI al Parlamento europeo.

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I diritti dei minori è giusto che siano tutelati e che all’interno dell’Unione Europea la libera circolazione sia garantita anche ai bambini è sacrosanto; non bisogna, però, farsi abbindolare da queste questioni perché è quello che vuole la Commissione, per nascondere il loro reale intento.

In Italia noi crediamo nella famiglia tradizionale, crediamo che un bambino debba avere una mamma e un papà e, inoltre, crediamo che una pratica barbarica come l’utero in affitto non abbia posto in una società come la nostra. Quello che intende fare questo regolamento, però, è forzare gli Stati membri, tra cui anche l’Italia, a non far valere la propria legge.

La Commissione vuole che il genere dei genitori sia neutrale: niente più mamma e papà, ecco che tornerà prepotentemente le diciture “genitore 1” e “genitore 2” che vilificano tutte quelle mamme e quei papà che sono orgogliosi di essere chiamati così.

Se, inoltre, in Italia ci siamo sempre opposti fermamente alla pratica dell’utero in affitto non permetteremo all’UE di farci cambiare idea. Troviamo barbaro che una donna venga considerata un semplice magazzino da occupare per nove mesi, per poi strapparle il frutto del suo seme. Che società crudele può essere quella che strappa un bambino dalle braccia della madre che l’ha amato e partorito?

Proprio per questi motivi sono fiera di aver firmato l’interrogazione alla Commissione presentata dalla mia collega Simona Baldassarre. In questa interrogazione, infatti, vengono chiesti chiarimenti alla Commissione Europea su quali garanzie e tutele verranno date agli Stati Membri che non riconoscono utero in affitto, omogenitorialità e plurigenitorialità; inoltre viene chiesto quanti sono i casi di mancato riconoscimento transfrontaliero della genitorialità tale da giustificare questo intervento. Sono sicura che come al solito la Commissione non darà risposte vere, per nascondere le proprie intenzioni.

Non permetteremo, quindi, che l’UE possa dettare legge in Italia e possa obbligare il nostro paese a sottostare alla dittatura del pensiero unico. Lotteremo con tutte le nostre forze in Europa per impedire questo attacco alla nostra cultura e al nostro modo di vivere.

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