05/09/2020 di Luca Scalise

Presidenziali USA: braccio di ferro sull’aborto, ma parlano i fatti

Gli Stati Uniti d’America sono nel vivo della campagna elettorale e uno degli argomenti che, come sappiamo, è maggiormente oggetto di dibattito negli ultimi mesi sono le leggi sull’aborto. Il ché è un bene, per certi versi, perché significa che tanti ritengono determinante per il proprio voto la tutela del nascituro, anche se, d’altra parte, v’è chi la contrasta.

In particolare, come leggiamo in un articolo di Life News, i democratici, non contenti che la pillola Ru486 per l’aborto farmacologico sia stata approvata già nel 2000 e che sin da allora abbia ucciso oltre 3,7 milioni di bambini, vorrebbero ora che questa fosse «disponibile tramite telemedicina e vendita per corrispondenza, il che significa che una donna potrebbe non vedere mai un medico di persona» o effettuare i test e gli screening necessari o ottenere un ecografia prima della morte del piccolo. Alla faccia della sicurezza nei confronti della donna.

Ciò che non viene mai detto, infatti, è che questa pratica, «ha un rischio quattro volte maggiore di complicanze rispetto all'aborto chirurgico nel primo trimestre e fino al 7% degli aborti tramite la pillola fallisce e richiede un aborto chirurgico di follow-up». Per non parlare del fatto che la Ru486 «ha portato a 24 morti materne e almeno 4.195 complicazioni» post aborto.

Ebbene, d’altra parte, il senatore «Ted Cruz ha guidato un gruppo di legislatori chiedendo alla Food and Drug Administration di rimuovere il pericoloso farmaco abortivo al mifepristone dal mercato», invitando Stephen Hahn, commissario della FDA, a classificarlo formalmente come un "pericolo immanente per la salute pubblica". Alla protesta contro la Ru486 hanno aderito, firmando la lettera alla FDA, ben 91 membri della Camera.

Per farsi un giudizio sulla questione, dunque, è sufficiente guardare ai fatti, a quei numeri dietro ai quali vi sono persone, vite stroncate. Se ciò non bastasse, può essere utile leggere le testimonianze di donne che hanno fatto esperienza della Ru486 e oggi ne parlano come di un vero trauma.

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