10/11/2022 di Manuela Antonacci

Pisa. Parla il consigliere Niccolai: «Io attaccato perché contrario al gender a scuola»

Francesco Niccolai, consigliere comunale di Fratelli d'Italia di Pisa, è stato vittima di un violento e vergognoso attacco mediatico per aver votato contro il finanziamento di un corso di educazione gender nelle scuole (azione 2 del bando 2022 della Regione Toscana). Un bando che, come denunciato dall’onorevole Maddalena Morgante sui social, dietro al tiolo “sostegno parità e cultura di genere” (fine dichiarato!) prevede espressamente una "Azione 2" che testualmente così recita: "Percorsi di diffusione della cultura di genere e della destrutturazione dello stereotipo di genere nelle scuole”. Pro Vita & Famiglia ha raggiunto telefonicamente proprio Niccolai per saperne di più.

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Consigliere, cosa è accaduto?

«In realtà ho votato contro un’urgenza del PD con cui si voleva obbligare la giunta a dare precedenza a questo bando che prevedeva 4 azioni in cui il fine dichiarato è quello di combattere la violenza di genere, ma in realtà, la seconda azione parla di altro, di rimozione degli stereotipi, anzi, alla lettera di “percorsi di diffusione della cultura di genere nelle scuole […]  per- contrastare la discriminazione di genere e la violenza di genere e promuovere le pari opportunità attraverso percorsi didattico-educativi di destrutturazione degli stereotipi nelle scuole, destinati a studenti e alle studentesse e alle rispettive famiglie, corpo docente e personale Amministrativo tecnico e Ausiliario”».

Un’azione pervasiva insomma…

«Infatti già ad agosto il Comune aveva negato l’adesione all’azione 2, nulla quaestio sulle altre. Io mi sono semplicemente opposto alla mozione urgente, spiegando che la mia contrarietà era legata al primato educativo che per noi spetta alle famiglie e non alla scuola, quando si affrontano questi temi. Infatti l’idea è quella di inserire questi progetti addirittura ad integrazione del piano dell’offerta formativa delle scuole».

Lei ha subito un linciaggio mediatico?

«Sì, si è scatenato il pandemonio da parte di un esponente di Sinistra Italiana che ha fatto una sorta di manifesto digitale con la mia foto in cui mi rivolgo ad un consigliere di Rifondazione che non voleva farmi parlare e, a caratteri cubitali, sotto il mio viso è stata inserita la scritta “VERGOGNA!”. Sono stati creati anche tanti altri post e riportarli tutti è un’impresa».

Non le hanno mai risposto nel merito delle questioni da Lei sollevate?

«In Consiglio no, perché non c’è stata la possibilità, in quanto, quando viene presentata la mozione urgente parla solo il consigliere a favore e il consigliere contro. Io ero il secondo. Fra qualche mese la mozione arriverà a discussione perché avendo bocciato l’urgenza dovrà seguire il calendario normale e vedremo cosa accadrà. Quello che ha fatto specie è l’aver toccato sul vivo anche gli interessi economici, ovvero i soldi pubblici con cui certe associazioni sono finanziate».

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