La Corte Suprema americana, con due recenti sentenze in materia di indottrinamento gender nelle scuole e pornografia per i minori, costituisce un fulgido modello anche per il nostro Paese affinché bambini, adolescenti e giovani siano educati a conoscere la realtà nella verità, al di là di ogni propaganda meramente ideologica.
Proteggere i minori dal gender
Con 6 voti a favore e 3 contrari i giudici della Corte Suprema hanno decretato che un gruppo di genitori del Maryland ha tutto il diritto di escludere i propri figli da lezioni scolastiche che potrebbero violare le loro convinzioni religiose. Decidendo nello specifico in merito al caso Mahmoud vs Taylor i giudici hanno stabilito che i genitori possano escludere i figli dalle lezioni in una scuola pubblica su temi riguardanti l’omosessualità e il transgenderismo se ritengono che i contenuti proposti siano in conflitto con la loro fede religiosa, in special modo cristiana e islamica. Il caso è scoppiato nella contea di Montgomery quando qualche anno fa sono stati inseriti nei programmi scolastici sin dalla scuola materna libri con personaggi della galassia Lgbtqi+, in nome del solito mantra di «equità, rispetto e civiltà», come hanno detto alla Corte Suprema gli avvocati del distretto scolastico nel vano tentativo di giustificare la propaganda gender perpetrata tra i banchi. D’altra parte «i genitori hanno il diritto di sapere cosa imparano i loro figli a scuola e di esercitare la loro libertà religiosa, garantita dal Primo Emendamento, per rifiutare lezioni divisive e ideologiche che vanno contro i valori e le convinzioni delle loro famiglie», ha affermato la Segretaria del Dipartimento dell’Istruzione Linda McMahon nel commentare tale sentenza quale vittoria per i «diritti dei genitori».
Tutelare i bambini dalla pornografia
Pronunciandosi sul caso Free Speech Coalition Inc. vs Paxton la Corte Suprema ha invece confermato anche una legge del Texas che impone limiti di età per l’accesso ai siti pornografici. Una sentenza che segna un’altra importante vittoria per genitori e figli. Nello specifico il caso riguarda una legge texana che impone ai siti pornografici di implementare i sistemi di verifica dell’età per limitare l’accesso ai contenuti osceni allo scopo di proteggere i minori. In questo modo viene intaccato opportunamente anche il business di aziende dell’industria pornografica senza scrupoli che fatturano sulla pelle dei minori. «Che si tratti di noleggiare un’auto, comprare alcolici o andare a vedere un film vietato ai minori, la società è incredibilmente a suo agio nell’emanare limiti di età equi per proteggere i nostri figli. È significativo che le aziende pornografiche siano così fortemente contrarie ad accettare qualsiasi misura che impedisca ai bambini di accedere ai loro contenuti», ha dichiarato con soddisfazione all’indomani della sentenza Clare Morell, membro dell’Ethics and Public Policy Center (Eppc), la quale ha seguito in aula l’iter giudiziario dall’inizio fino a tale positivo epilogo. Sulla scia di tale sentenza attualmente sono 23 gli Stati che hanno approvato una legislazione simile, mentre il senatore Mike Lee ha presentato lo Screen Act, una proposta di legge nazionale che innalzi barriere più difficilmente arginabili riguardo alla verifica dell’età prima di accedere ai siti pornografici. Si auspica dunque che tale decisione della Corte abbia presto ricadute su larga scala anche in altri Stati americani e non solo per una migliore protezione dei minori in rete.
E in Italia?
Sulla scia di queste autorevoli sentenze, che avranno sicuramente un’incidenza non solo sul piano giurisprudenziale e politico ma anche e soprattutto su quello culturale, si auspica che anche l’Italia possa andare in tale direzione nelle battaglie contro il gender nelle scuole e per tutelare i bambini dalla pornografia. In particolare se pensiamo alla sentenza di divieto dell’indottrinamento gender nelle scuole, la Corte Suprema Usa si è posta nella stessa direzione portata avanti qui in Italia da Pro Vita & Famiglia attraverso la Campagna “Mio Figlio NO. Scuola libere dal gender”, partita già a inizio 2025 anche attraverso una petizione con l’obiettivo di una «sensibilizzazione e mobilitazione contro l’indottrinamento gender di bambini e adolescenti nelle scuole di ogni ordine e grado e, di conseguenza, per fare pressione su Governo e Parlamento affinché si arrivi ad una Legge sulla Libertà Educativa dei genitori». Pertanto si auspica che quanto sentenziato oltreoceano possa essere tenuto in seria considerazione anche nel nostro Paese, in vista della legge sul consenso informato dei genitori che proprio in questi giorni è oggetto di discussione in Parlamento.