28/03/2023 di Fabrizio Cannone

Utero in affitto, Pma e gender in libro per bambini. Succede in una biblioteca pubblica di Roma

La teoria del gender è una sorta di “pandemia intellettuale” destinata, se non sarà combattuta e sconfitta al più presto, a istaurarsi all’interno dell’intero corpo sociale. Inclusa la parte più fragile e innocente per natura: i bambini.

Da alcuni anni assistiamo, fin troppo silenti, all’esplosione di mille diavolerie escogitate per formattare i fanciulli, per confondere le idee, per far credere loro che davvero avere due padri o due madri si uguale ad avere i propri legittimi e biologici genitori. O che occorra correggere le grandi opere della narrativa e del teatro per renderle fruibili, fluide e “non discriminatorie”.

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In tal senso sono sorti video, libretti (tossici) di fiabe e di racconti, giocattoli “neutri” e altre ideologiche idiozie. In una biblioteca di Roma, nobile luogo di cultura, elevazione e apprendimento dello spirito critico, c’è uno spazio apposito e separato per i libri ad uso dell’infanzia. Cosa buona e giusta per favorire la lettura, in drastico calo negli ultimi decenni.

Ed è un piacere per chi ha stima delle favole e dei racconti che ci vengono da secoli di letteratura, notare che “i classici non muoiono mai” ed esistono sempre editori e lettori per Esopo, Fedro, i fratelli Grimm o la Contessa di Ségur.

Editoriale Scienza, però, ha pubblicato un libro, dal titolo "Quante Famiglie", in cui ci sarebbero «Tutte le risposte alle domande sul vivere insieme». Ma oggi, spiace notarlo, il concetto in sé positivo di inclusione, sta diventando ed è già diventato l’alter ego di relativismo etico, accettazione acritica, nichilismo valoriale.

Ebbene sulla copertina del coloratissimo volume, due signori in giacca e cravatta si prendono per mano, e due ragazze rappresentano una bella coppia. All’interno si parla di maternità surrogata, detta anche “utero in affitto”, perché «una coppia che non può avere figli chiede a una donna di impiantare un embrione nel suo utero e di portare a termine la gravidanza». Il tutto allegramente messo a disposizione, come si diceva, in una biblioteca pubblica della Capitale, per l’esattezza la “Fabrizio Giovenale”, tra Casal de’ Pazzi e il quartiere di Ponte Mammolo.

E’ precisato, bisogna riconoscerlo, che «questa pratica è vietata in Italia e in gran parte dei paesi europei». Ma non si dice il motivo. E il bambino o l’adolescente potrebbe chiedersi: una donna altruista si mette al servizio di una coppia sterile, offrendo il suo proprio corpo per nove mesi, eppure tale “gesto di carità” è illegale? Forse perché abbiamo una mentalità antiquata e non al passo coi tempi?

Il motivo di fondo, al di là del codice penale, è che l’essere umano non è una merce di scambio. Non è un oggetto da produrre su ordinazione. Donare dei soldi a chi versa in condizioni precarie è genuina solidarietà. Ma donare il proprio figlio a chi lo desidera? E’ lecito donare essere umani?

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In seguito il testo parla anche della Pma, la procreazione medicalmente assistita. Un tempo si diceva, con maggior aderenza alla realtà, “procreazione artificiale”. Qui si parla di «impiantare degli spermatozoi nell’utero di una donna, affinché l’embrione si sviluppi». Facendo passare tale metodologia come banale e in fondo priva di criticità, bioetiche e mediche.

Insomma, ci sentiamo di fare un ennesimo appello ai genitori e a tutti gli adulti. Si faccia di tutto perché i nostri figli e nipoti leggano, si formino e si distraggano più sui libri che dietro gli schermi. Ma si faccia estrema attenzione anche alle letture proposte ai ragazzi. C’è del buono in giro, ma anche del pessimo.

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