26/05/2023 di Luca Marcolivio

Manifestazione “Scegliamo la Vita”. Una festa gioiosa che ha lanciato un messaggio chiaro a tutto il Paese

Ai nastri di partenza, per la seconda edizione della manifestazione “Scegliamo la Vita”, la strada appariva tutta in salita. In primo luogo, per il maltempo, che, per forza di cose, aveva ridotto la partecipazione. Poi la massiccia assenza dei pro-life emiliano-romagnoli (una stoica rappresentanza era comunque a Roma), costretti a casa nel dramma dell’alluvione. Invece, è stato un successo: decine di migliaia le persone a marciare da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni in una giornata di pioggia, non erano assolutamente scontate, e Pro Vita & Famiglia si è detta orgogliosa fin dai primi istanti della partecipazione massiccia di molti suoi attivisti, referenti e associati.

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“Scegliamo la Vita” è stato questo ma, naturalmente, è stato anche molto altro. Un salto di qualità è stato nell’endorsement di alcune importanti personalità politiche ed ecclesiastiche. Il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, da sempre molto attivo alle battaglie pro-life, ha incoraggiato organizzatori e partecipanti nel suo attuale ruolo istituzionale, cogliendo la manifestazione come «un momento di grande rilevanza e un’occasione significativa per riflettere sul valore della vita e della persona umana». Fontana si è soffermato in modo particolare sul risvolto demografico del dibattito sulla vita e sulla famiglia. «La famiglia, vera risorsa morale e fondamentale struttura di sostegno sociale, svolge un ruolo cruciale per la ripresa della natalità. Per questo motivo ritengo necessario promuovere politiche - abitative, lavorative e sociali - in grado di rispondere alle legittime aspirazioni delle giovani coppie di veder realizzati i loro progetti di vita», ha affermato il presidente della Camera nel suo messaggio ufficiale.

Anche il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, ha espresso il suo appoggio alla manifestazione. «Diciamo di sì alla vita, sempre, da quella nascente, custodita in un grembo materno a quella che si sta aprendo all’eternità in letto di ospedale», si legge nel messaggio del cardinale Zuppi, che ha così proseguito: «La vita non è consumo, prestazione, potenza, forza. L’uomo non è un’isola! Una vita ridotta così mette paura, toglie dignità alla debolezza, si esalta e si abbatte quando si scopre fragile. La vita è bella sempre quando è amata. È incontro, relazione, comunicazione. È famiglia. Per questo diciamo no alla cultura della morte, che inizia con l’indifferenza, con il credere che i desideri siano diritti. Diciamo sì alla cultura della vita, a partire da quella dei piccoli e degli ultimi, degli scartati e dei non accolti». Importantissimo è stata anche la condanna del porporato nei confronti non solo dell’aborto e dell’eutanasia ma anche della «cosiddetta maternità surrogata, che utilizza la donna, spesso povera, per realizzare il desiderio altrui di genitorialità. Il problema della vita sfida una società che invecchia e ha paura».

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L’amore per la vita si può esprimere in tanti modi, anche con la musica: per il secondo anno di seguito, il gruppo rock The Sun lo ha manifestato riproponendo il proprio eloquente brano Un buon motivo per vivere – inno della Manifestazione - e tante altre canzoni sulla stessa lunghezza d’onda.

Splendide, poi, le testimonianze di tre donne, accompagnate dalle rispettive famiglie, tutte coinvolte nel dramma dell’aborto, in due casi solo sfiorato, in un altro compiuto, com’è avvenuto per Margherita, che, in un momento di fragilità e di condizionamento esterno, ha fatto uso della pillola Ru486. A distanza di sette anni, dopo tanto dolore e rimorso, Margherita si sente perdonata da Dio e dagli uomini; della piccola Anita, che era stata concepita con la sindrome di Down, dice: «è oggi parte integrante della nostra famiglia, anzi di più: è la nostra piccola Santa, è colei a cui mi rivolgo e a cui chiedo intercessione e la immagino a tirare la tonaca a Gesù quando le chiedo aiuto e vi assicuro che molto spesso questo aiuto arriva!».

Il segreto del successo di “Scegliamo la Vita” è probabilmente nel saper tenere sotto lo stesso ombrello tante cause pro-life: la tutela della vita nascente – com’è stato sin dalle origini della Marcia per la Vita italiana – così come di quella morente. Da parte sua, la co-organizzatrice della manifestazione, Maria Rachele Ruiu, ha deplorato con particolare forza l’«obbrobrio» dell’utero in affitto, vera e propria «schiavitù del terzo millennio», stigmatizzando in modo particolare la fiera Wish for a baby, che nello stesso giorno della manifestazione, contrabbandava per promozione della fertilità umana quello che, in realtà, è stata l’autentica apologia di un mercimonio. Sul fronte dell’aborto, Ruiu ha smascherato un falso mito: «Non esiste in Italia alcuna donna che per eventuali applicazioni della 194 sia stata costretta a partorire. Ma sono ancora troppe le donne che vengono abbandonate e a cui non viene data nessuna alternativa».

L’altro portavoce di “Scegliamo la Vita”, Massimo Gandolfini, ha gettato uno sguardo profetico sull’intero movimento pro-life: «La storia ci insegna che tutte le ideologie che sono andate contro l’uomo, pensiamo al comunismo» e «al nazifascismo, sono crollate». Anche il «genderismo, questa ideologia che vuole snaturare l’umano, certamente crollerà, ma ha bisogno di profeti e apostoli, e questi profeti, questi apostoli, siete voi», ha detto Gandolfini rivolto ai partecipanti all’evento.

Uno splendido sabato, un momento di incontro, di festa, di gioia. La “scelta per la Vita”, però, va vissuta quotidianamente. I poco meno di 365 giorni che ci separano dalla terza edizione andranno vissuti nello spirito del 20 maggio 2023, traducendo in azioni e gesti concreti quella che ormai, non è più la semplice affermazione di un principio etico ma uno scontro escatologico tra il bene e il male.

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