27/09/2022 di Luca Marcolivio

Mennuni batte Bonino e Calenda. A Pro Vita dichiara: «Subito misure per famiglia e giovani»

Un risultato per molti versi storico. Al collegio uninominale Lazio U02) Lavina Mennuni (Fratelli d’Italia) era l’outsider di centrodestra, alla prima candidatura nazionale, che avrebbe dovuto vedersela con alcuni personaggi piuttosto navigati della politica nostrana, oltretutto, frontalmente avversi ai principi non-negoziabili: Alessandra Maiorino (M5S), Carlo Calenda (Azione) ma, soprattutto, Emma Bonino (+Europa). Con il 36% dei voti, la Mennuni ha liquidato tutti gli sfidanti, ottenendo così un prestigioso scranno al Senato della Repubblica. Contattata da Pro Vita & Famiglia, la neoeletta ha confermato gli obiettivi del suo programma che pone famiglia, giovani e occupazione al primo posto.

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Senatrice Mennuni, vincere in un collegio come il suo, con quegli avversari, non era affatto facile…

«È stata una vittoria straordinaria, in un collegio in cui abbiamo svolto una campagna elettorale breve ma intensissima. Sul territorio non ho interloquito soltanto con le categorie professionali ma anche con la gente comune. Io vengo da vent’anni di esperienza come consigliere municipale e comunale a Roma, quindi, ho vissuto una campagna fatta molto di contatti umani a 360 gradi, incontrando comitati di quartiere, associazioni e famiglie, molte delle quali mi hanno aperto le porte delle loro case».

Cosa cambierà in Parlamento, in fatto di principi non negoziabili, dopo la vittoria del centrodestra?

«Il programma di Giorgia Meloni ha collocato al primo posto il sostegno alla famiglia, quindi anche alla natalità, come valore fondamentale. Una nazione che non mette più al mondo figli è destinata ad impoverirsi sempre più. Quindi, è assolutamente prioritario che lo Stato sostenga le madri, fin dall’inizio della loro maternità, lungo l’intero percorso di crescita del bambino, che va visto come una ricchezza per tutta la società. Troppo spesso, durante il mio mandato come delegato per le Pari Opportunità al Comune di Roma, ho ascoltato tante donne lamentare di sentirsi troppo sole, di non avvertire uno Stato che – come invece accade in altri Paesi europei – consideri la maternità come una grandissima ricchezza per la collettività intera. Questo è uno degli aspetti che cambierà dal momento in cui ci saremo insediati».

Quando il nuovo Parlamento sarà a regime, qual è il primo provvedimento per le famiglie di cui si vorrebbe occupare?

«In un momento delicato come questo, anche sul piano economico, con il caro energia che sta gravando sulle imprese e sulle famiglie, servono tutta una serie di politiche in grado di favorire proprio la famiglia. Al Comune, proposi una Festa per la Famiglia e feci istituire un premio per le famiglie numerose: lo vinceva sempre una famiglia con dodici figli e a me colpiva molto che a Roma potesse esserci una famiglia così numerosa! Le famiglie numerose meritano sempre il sostegno da parte di tutta la società, anche solo per l’impegno profuso dai genitori. Al Comune di Roma adottammo anche il quoziente familiare. Credo che provvedimenti di questo genere siano importanti non solo per le famiglie ma anche per i giovani. Una delle preoccupazioni che mi è stata rappresentata in modo più ricorrente è relativa all’altissimo tasso di disoccupazione giovanile. Applicando il cuneo fiscale o detassando chi assume di più, si inizia a ricreare lavoro: in questo modo non solo si ridà dignità alla persona ma si può dare ai giovani più possibilità di costruire una famiglia, cosa che oggi, in Italia, è diventata un’impresa particolarmente complessa».

In questo processo, che ruolo dovrebbe avere la scuola?

«È importante che la scuola vada a sostenere e affiancare le famiglie nel processo educativo dei loro figli. Questo è un altro degli elementi su cui è importante lavorare per crescere dei cittadini che siano il più possibile felici e in grado di costruire un bel futuro per l’Italia. Tutto ciò che riguarda la nostra gioventù costituirà la priorità del nostro agire».

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