24/10/2023 di Alessia Battini

La manipolazione gender inizia dalla scuola. Ecco a quali libri per bambini fare attenzione

Già da tempo i tentativi di manipolazione del pensiero unico si concentrano sui bambini: menti giovani, malleabili, che ben si prestano all’indottrinamento. La manipolazione, soprattutto quella gender, parte dalle scuole, già dalle elementari. Sono diversi infatti, i libri scolastici che vengono segnalati alla redazione di Pro Vita e Famiglia, perché presentano ai bambini contenuti permeati dalle ideologie della nuova cultura dominante. Così come sono tanti i progetti gender – e gli stessi libri – che proprio Pro Vita & Famiglia segnala e denuncia nel suo dossier costantemente aggiornato (LEGGI QUI)

Alcuni genitori però, fortunatamente, non accettano che tali ideologie vengano imposte ai loro figli dagli stessi insegnanti che dovrebbero istruirli. In particolare, un testo che ci è stato segnalato di recente è “Le mie scoperte (Letture) – volume 2”, nel quale vengono riprese alcune parti di un libro scritto da Sandro Natalini nel 2011, dal titolo “In famiglia”. In questo testo, rivolto proprio ai più piccoli, le famiglie umane vengono paragonate a quelle del regno animale, spiegandone le differenze, ad esempio: i conigli hanno famiglie numerose, in alcune famiglie si può essere dello stesso colore, come i panda, multicolori, come i pesci, o addirittura tigrati, come i gatti!

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Già questa parte non promette particolarmente bene: affermare che esistano tanti modelli di famiglia tutti posti sullo stesso piano non è affatto corretto. Esiste un solo modello di famiglia, quello formato da una mamma e un papà, le altre sono eccezioni, non la regola.

Comunque, l’affermazione che più ha sconcertato alcuni genitori è un’altra: infatti, parlando di differenze tra le famiglie, l’autore dichiara che “si possono avere due mamme o due papà”. Ovviamente i genitori che non concordano con la dialettica LGBT, che da anni insiste sul riconoscimento delle cosiddette “famiglie arcobaleno”, si sono subito attivati.

Già nel 2015, in una scuola elementare di Lugagnano di Sona, in Veneto, era scattata la polemica, riportata dal quotidiano locale online il Baco da Seta. Nell’articolo, la giornalista aveva precisato che se un genitore lascia il proprio figlio a scuola, sotto la responsabilità degli insegnanti, è perché si fida di loro, e perché sa che non affronterà il tema delle scelte sessuali e della fecondazione artificiale in maniera ambigua, anche perché a un bambino di sette anni non interesserebbe nemmeno né sarebbe utile per la sua crescita, la sua educazione e formazione.

In questa affermazione riscontriamo due problemi: prima di tutto, se a un bambino di sette anni non dovrebbe interessare, giustamente, di approfondire un tema così complesso, allora perché lanciare questi messaggi ambigui nei loro libri di testo? In secondo luogo: proprio perché il genitore si fida dell’insegnante che si occuperà di suo figlio per metà della giornata, ha tutto il diritto di segnalare il suo disaccordo su un tema che potrebbe essere affrontato in classe, non necessariamente nel modo che lui ritiene più appropriato e sulla base dei valori che vuole trasmettere a suo figlio. Qui non si sta parlando di addizioni e sottrazioni.

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Infine, un’altra frase del libro di Natalini ha suscitato perplessità: “il legame che unisce la famiglia non è il sangue, è il cuore che ci rende genitori e figli”. Anche in questo caso ritorna la stessa osservazione fatta all’inizio: il fatto che ci siano famiglie in cui il legame non sia dato dalla parentela di sangue, come nel caso delle adozioni, non significa che sia la normalità, sono eccezioni. Inoltre le adozioni hanno un chiaro – e positivo – scopo e, soprattutto, sono portate avanti da coppie che – uomo e donna – formano una vera famiglia. Oltre a questo non è assolutamente possibile basarsi sull’assunto, falso, che “è il cuore che ci rende genitori e figli”, altrimenti chiunque potrebbe diventare genitore o figlio di chiunque altro. E proprio questo assurdo concetto sta alla base della maschera che vorrebbe coprire barbarie come l’utero in affitto o pratiche irricevibili come le adozioni per coppie dello stesso sesso.

Quello che non ci torna, dunque, è il tentativo assurdo di cercare di porre tutte queste situazioni sullo stesso piano, pretendendo di cancellare differenze che inevitabilmente esistono e che devono essere riconosciute. Inoltre, quest’ultimo messaggio – come detto - lascia aperta la possibilità di approfondire i temi della fecondazione artificiale e dell’utero in affitto, anche in questo caso proponendo una visione che alcuni genitori potrebbero non condividere, non perché spaventati dalle differenze, ma proprio perché, conoscendole, chiedono che il loro figlio le comprenda nel modo che ritengono più opportuno e nel rispetto dei valori che intendono trasmettergli.

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Un’insegnante che propone un libro di testo di questo tipo dimostra chiaramente di seguire una linea di pensiero ben precisa, e di sostenere ideologie che non tutti sono costretti a condividere. Per questo non è il caso di imporla a bambini delle elementari, soprattutto senza averne discusso in precedenza con i genitori.

Fate attenzione quindi, ai libri che vengono proposti ai vostri figli nelle scuole, non solo elementari, ma anche medie e superiori, perché i primi ad essere manipolati, sono proprio loro.

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