12/04/2023

Insegnante sospesa. Arriva l’interrogazione parlamentare al Ministro Valditara

La storia di Marisa Francescangeli è ormai ben nota: la maestra di 58 anni della scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano, in Sardegna, per intrattenere gli alunni durante un'ora di supplenza alla vigilia dello scorso Natale ha fatto comporre un bracciale di perle e recitare un Ave Maria.

Di fronte alle proteste di due genitori e alla convocazione di una riunione straordinaria da parte del dirigente della scuola, la maestra Marisa si è sinceramente scusata, ritenendo il fatto innocuo poiché tutti i bambini frequentavano l'ora di Religione e si stavano preparando per la Prima Comunione. Scuse che non sono bastate, poiché a seguito di tale episodio l'Ufficio Scolastico Provinciale di Oristano ha sospeso la maestra per 20 giorni dall'insegnamento e le ha decurtato lo stipendio, provocando le legittime e condivisibili proteste delle famiglie, ma anche della stessa scuola, dei colleghi, dei sindacati e delle associazioni di insegnanti.

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Sulla vicenda - per la quale Pro Vita & Famiglia si è attivata, anche con una petizione popolare che ha superato le 57.000 firme - arriva ora anche un’interrogazione parlamentare, rivolta al Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e presentata dalla senatrice Lavinia Mennuni, del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia.

Secondo Mennuni, infatti, «appare paradossale che, a fronte di reiterati tentativi di introdurre negli ordinamenti scolastici ideologie di genere che possono destabilizzare il processo di crescita degli individui più giovani, si sanzioni invece chi propone agli alunni elementi fondamentali della nostra identità culturale nazionale». La stessa senatrice, inoltre, ricorda «che i Patti Lateranensi sanciscano come l'Italia consideri fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica. E perciò consente che l'insegnamento religioso abbia uno sviluppo nelle scuole elementari e medie».

L’interrogazione parlamentare, dunque, mira a sapere se Valditara «non ritenga tale provvedimento disciplinare adottato dall'ufficio scolastico provinciale eccessivo e assolutamente sproporzionato rispetto a quanto accaduto, anche in considerazione delle immediate scuse della stessa maestra», se lo stesso ministro «non valuti inopportuno e inappropriato il comportamento dell'ufficio scolastico provinciale anche alla luce della libertà di insegnamento religioso, sancito dalle norme concordatarie e costituzionali e non ritenga necessario revocare detti provvedimenti disciplinari adottati nei confronti della maestra».

Mennuni, inoltre, nell’interrogazione a risposta scritta chiede al Ministro dell’Istruzione e del Merito «se non intenda avviare un'immediata ispezione da parte dei preposti organi ministeriali al fine di accertare se il pronunciamento dell'ufficio scolastico provinciale sia stato dettato da gravi e inaccettabili motivi di intolleranza ideologica, laicista, anticristiana e come tali incompatibili con la libertà di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado ed eventualmente non reputi di sollevare i componenti dell'ufficio centrale disciplinare di Oristano dai propri incarichi anche alla luce dell'evidente contrasto posto in essere dal loro pronunciamento con le norme concordatarie in tema di libertà di insegnamento».

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