17/05/2015

Gender in Parlamento e “buona scuola”

Marco Guerra ha recentemente intervistato Filippo Savarese, portavoce della Manif Pour Tous su quanto accade in Parlamento: “Si scrive parità di genere si legge teoria del gender”, ha detto l’intervistato.

Egli si riferiva innanzitutto al ddl scuola (la “buona scuola” di Renzi) e all’emendamento che introduce l’insegnamento della parità di genere in tutti gli istituti di ogni ordine e grado.

“È un emendamento pericoloso perché introduce un concetto che può essere modificato e strumentalizzato. La parità di genere è un buco nero in cui può entrare ogni cosa senza il controllo della famiglie. Perché il concetto della parità di genere non è più il dato biologico della sessualità ma l’approccio ideologico del genere che riguarda l’orientamento sessuale”.

“Il nostro auspicio – e anche quello di chi scrive – è che il parlamento modifichi questa parte della riforma e parli chiaramente di parità tra uomo e donna, proprio per evitare le sfumature ideologiche della teoria del gender. Lo diciamo con cognizione di causa, dal momento che ogni iniziativa sulla parità di genere ha portato le scuole ad essere il palcoscenico di relatori dell’arcigay e famiglie arcobaleno senza la minima presenza di una controparte. Viste le polemiche che stanno accompagnando questa riforma non credo che il governo miri a suscitare ulteriori proteste anche da parte di coloro che si oppongono alla diffusione della teoria del gender”.

Un altro dato negativo del progetto di legge in questione è “la totale assenza di un capitolo specifico sulla libertà educativa della famiglia. La scuola è veramente buona se è libera, altrimenti la scuola può essere efficiente anche in un regime dittatoriale. Insomma la scuola non deve sostituirsi alla famiglia”.

“... La dichiarazione dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite dice che la famiglia ha la priorità sull’indirizzo educativo dei figli. La famiglia deve essere quindi in condizione di poter selezionare l’indirizzo educativo che ritiene più opportuno. Dunque, la scuola anziché fornire una lettura ideologica della realtà dovrebbe offrire gli strumenti per comprendere la società”.

Il ddl Fedeli è certamente molto peggiore del ddl Renzi: “propone apertamente l’istituzione di un fondo di 200 milioni per mettere a regime una serie di iniziative, nelle scuole di ogni ordine e grado, volte a promuovere l’approccio di genere in ogni materia”... “deve risaltare la presenza dell’omosessuale e della donna ma non si capisce bene come. Diciamo che è un pastrocchio ideologico destinato a rimanere nell’indifferenza, tant’è che il ddl Fedeli si è fortunatamente arenato nel suo iter parlamentare”

Probabilmente sono servite anche le 180mila firme che ProVita e altre 40 associazioni hanno raccolto e presentato al presidente Mattarella, con cui abbiamo chiesto che il governo, le regioni e comuni la smettano di finanziare progetti e corsi che entrano nelle scuole sulla base dell’ideologia gender e che dicono che maschile e femminile sono solo costruzioni artificiali della società. Tutte iniziative portate avanti dalle associazioni Lgtb senza il consenso delle famiglie.

I  60 circoli territoriali della Manif ricevono ogni giorno circa 5-10 mail da parte di genitori, consiglieri comunali ed educatori che chiedono aiuto per situazioni che si verificano nelle scuole dei figli. “Quindi la spinta ideologica delle associazioni Lgtb continua ma di pari passo aumenta anche la consapevolezza delle famiglie e questa è la cosa più importante – continua Savarese –  I genitori stanno finalmente prendendo in mano la scelta educativa dei loro figli. C’è un popolo che si sta svegliando e questo lo riscontriamo con la crescita dei nostri circoli territoriali” .

Bludental

Ha poi ricordato il caso di clamorosa intolleranza e violenza  dello scorso primo  maggio a Roma, “dove un genitore che partecipava ad un pic-nic in un parco indossando la maglietta di Manif è stato aggredito da quattro individui che gli hanno strappato di netto la t- shirt. A parti inverse avremmo avuto i titoli sulle prime pagine dei giornali con l’invocazione di una legge speciale contro l’omofobia. Dal canto nostro invece abbiamo avviato una campagna di solidarietà che invita ad esporre una bandiera o una maglietta della Manif pour tous dalle finestre di casa. Andando sul nostro sito si può aderire chiedendo anche di farsi recapitare la bandiera”.

“Presto organizzeremo la prima grande manifestazione contro ddl Cirinnà (ddl su unioni di fatto e adozioni alle coppie gay, ndr), sebbene siamo soddisfatti del rinvio della discussione al Senato, pensiamo che sia arrivato il momento di farci sentire facendo i nomi e i cognomi di coloro che stanno sostenendo il testo base in commissione giustizia”.

Noi di ProVita ci saremo e auspichiamo che possa farsi un grande evento pro famiglia che riunisca tutte le realtà che si battono per il buon senso e per la natura.

Redazione

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