26/03/2015

Gender a scuola – Spettacolo omosessualista all’insaputa dei genitori

Questa testimonianza ci giunge da Bari: come al solito l’ideologia gender si insinua dietro a maschere culturali di tutto rispetto, all’insaputa dei genitori. 

Capita anche, durante l’oziosa attesa dell’autobus, di sentire due sedicenni che lamentano il fatto di esser stati costretti a partecipare ad uno “spettacolo teatrale contro l’omofobia”, pagando di tasca propria ben 6 euro.

“Se non ci vai – dice uno dei due – la prof ti interroga per punizione”.

In quanto membro della sezione di Bari de La Manif Pour Tous Italia, questa discussione ha attirato immediatamente la mia attenzione, consapevole del fatto che sotto la maschera della lotta alla discriminazione omofobica, gli obiettivi perseguiti sono ben altri.

Dalla discussione ho appreso che l’Istituto frequentato dai giovani in questione è il liceo scientifico G. Salvemini che è capofila di un progetto Erasmus che gode di un finanziamento europeo di 220.000 €. Come si può leggere nella brochure pubblicata dalla scuola, che illustra il progetto “LeGoP – Learning good practices in European countries”.

Il progetto ha senz’altro un’ottima valenza culturale: per esempio consente agli studenti soggiorni all’estero estremamente costruttivi. Ma, nelle pieghe della presentazione, ben camuffato, come sempre accade, in mezzo ad obiettivi educativi ineccepibili, c’è il solito contributo ideologico alla “rottura” degli stereotipi di genere.
Il Corriere di Puglia e Lucania (30/09/2014), riprendendo le parole della brochure di cui sopra, definisce il progetto come “lavoro che contribuirà all’eliminazione delle barriere di ogni tipo, architettoniche, linguistiche, fisiche, sociali  e sessuali”.

Approfondendo gli obiettivi programmatici (sempre riferendoci all’articolo del Corriere), si legge che “in partenariato col Liceo Salvemini ed Elpendù – specializzato nelle attività di inclusione di persone con esigenze speciali – , lavoreranno istituti scolastici (Azular Lizeoa in Spagna) e altre esperienze del privato sociale (GUREAK in Spagna per le tecnologie inclusive e GALE in Olanda per le attività di contrasto all’omofobia intraprese in particolare nelle scuole)”. Continuando nella lettura emerge quale obiettivo principale quello della rimozione delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e la promozione dell’accettazione e del rispetto nei confronti di persone LGBT.

Anche qui, niente di male, in teoria. Ma in pratica, l’ “esperienza del privato sociale” GALE è un’organizzazione di attivisti gay che si pone quale obiettivo l’inclusione di materie LGBT nell’educazione sessuale a scuola.

Poi c’è stato lo spettacolo teatrale, organizzato all’insaputa dei genitori e senza pubblicizzazione alcuna: non vi sono notizie né sul sito dell’Istituto, né sulla pagina Facebook. Questo agire nell’ombra pare essere divenuto consuetudine per gli attivisti LGBT.
Anche il padre di un ragazzo che conosco, in quella scuola, era all’oscuro di tutto: mi dice che si sarebbe recato l’indomani al liceo per acquisire ulteriori informazioni e che mi avrebbe chiamato.
Dalla sua indagine è emerso che non è stato comunicato a nessun genitore l’organizzazione di detto spettacolo, svoltosi durante l’orario scolastico regolare nell’auditorium e che neppure la segreteria della scuola possedeva informazioni dettagliate a riguardo in quanto si trattava di un’iniziativa personale della Preside.

Lo spettacolo? Può essere definito lo “spettacolo” una rappresentazione che prevede baci gay, e una sorta di interrogatorio finale dove viene chiesto ai ragazzi di esporre sensazioni, emozioni e sentimenti provati alla vista di quelle scene (una specie di “caccia all’omofobo”)?

Vogliamo parlare invece della “Tecnologia Filosofica Comuni Marziani” (compagnia teatrale che sta portando in giro per le scuole questa messa in scena)? Questa compagnia persegue l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini circa le discriminazioni e pregiudizi legati all’orientamento sessuale, collaborando con AGEDO (che mentre in Puglia spinge per essere ammessa nel Forum delle Associazioni Famiglie Numerose, a Bologna esprime solidarietà agli attivisti gay blasfemi del Cassero) e UNAR (l’Istituto pioniere nella lotta alla discriminazione di genere, redattore dei famosi libretti poi ritirati dagli istituti scolastici). (Sul loro sito citano a sproposito il Simposio di Platone: ignoranza grave, per chi va nelle scuole).

BludentalAlla luce di quanto esposto, è legittimo chiedersi se si sta davvero lottando contro la discriminazione e l’intolleranza (in una Regione, tra l’altro, che non pare avere esigenze di questo tipo) oppure se ci si sta conformando a quella lobby gay che vorrebbe convincere i nostri figli che i rapporti omosessuali sono normali, che non ci sono differenze tra il sesso maschile e femminile e che si può mutare continuamente il proprio genere (scisso dal sesso biologico che soccombe di fronte alla percezione dell’individuo della propria sessualità), che spinge per il commercio dei bambini (che si vedono sacrificati i propri diritti fondamentali a causa dei desideri egoistici degli adulti), che vogliono convincere tutti noi che per un bambino è indifferente avere due padri e due madri in quanto ciò che conta, fondamentalmente, è l’amore.

Indignati, di fronte ad una simile propaganda ideologica, ci dichiariamo disponibili per un eventuale incontro con i responsabili scolastici di questo progetto, e avremo cura di dimostrare le conseguenze negative che si ripercuotono inevitabilmente sui ragazzi costretti ad assistere a spettacoli di questo tipo.

Continueremo ad opporci in ogni città a questi progetti, a questa ideologia silente che passa per vie amministrative, senza alcuna approvazione da parte dei genitori che sovente si rivelano disinformati su tematiche di questo tipo.

Daniele Cassano – La Manif Pour Tous Bari

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