10/01/2023 di Gloria Callarelli

Film su bambina gender in una scuola media italiana. Ecco cosa sta succedendo

***AGGIORNAMENTO*** - Questa mattina è stata data notizia (fonte: Il Tirreno) che la proiezione del film è stata annullata proprio perché "non adatto ai minori di 13 anni" (ma per noi anche questa soglia è troppo bassa) e lo stesso film sostituito con un'altra pellicola. Il tutto grazie all'indignazione di molti genitori e alla protesta sollevata dalla segnalazione dell'associazione "Non Si Tocca La Famiglia"




Il prossimo 12 gennaio, alle ore 14.30, verrà proiettato nella Scuola Media “L. Viani” di Viareggio la controversa pellicola dal titolo “Tomboy”, che tradotto significa “maschiaccio”.

La scelta di proporre in una scuola con alunni dagli 11 ai 13 anni questo film fa discutere ed il perché è presto detto. L’opera della regista Céline Sciamma racconta la storia di Laure, una ragazzina di 10 anni che con i capelli tagliati corti e vestita sportiva viene scambiata per un maschietto. E così sarà: un po’ per gioco e un po’ per scherzo la bambina comincia a farsi chiamare dai suoi amici Michael e continuerà a farsi trattare da tale anche dalla sua migliore amica, che, pensandola maschio, finirà anche per baciarla. Il tutto fino a che, dopo una zuffa con un coetaneo, la madre non scopre la verità. Una scoperta sconvolgente che convince la giovane a cambiare. Da quel momento la bambina si presenterà agli altri per quella che realmente è, Laure.

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Come da legge, fortunatamente diciamo noi, la proiezione del film avverrà in orario extracurriculare e, grazie a Dio, almeno in questa circostanza è stato richiesto il consenso informato dei genitori. Genitori i quali, però, capito il tema, hanno deciso di manifestare le loro perplessità e denunciare la presenza sempre più invasiva e “opprimente” di certe tematiche all’interno degli istituti scolastici.

La preoccupazione è naturalmente rivolta alle nuove generazioni sottoposte ad uno stress costante e continuo in questa società che manca loro costantemente di rispetto, in merito ai percorsi di crescita e alle scelte legate alla loro sfera intima. Corsi di educazione sessuale, sovraccarico mediatico e overdose da social: una pressione che segna intimamente i giovani, costretti, da bambini o poco più che bambini, a confrontarsi con problematiche vissute più profondamente al più dagli adolescenti.

La domanda che sorge spontanea è: c’è davvero la necessità di portare temi come la sessualità all’interno delle scuole medie e addirittura all’interno delle primarie? E oltre, perché di questo si parla: c’è davvero la necessità di portare queste tematiche nella loro lettura più estrema, controversa, contronatura, arrivando a toccare temi quali l’omosessualità e l’ideologia gender?

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Il punto è sempre quello: quanto può interessare a un bambino di nove, dieci, undici anni un tema come questo? Non è forse una forzatura rispetto alle priorità che un bambino, perché tale è, ha a quella età? Non è forse una violenza imporre queste teorie e farle percepire a bambini così giovani? Non è piuttosto volontà o capriccio degli adulti far si che queste tematiche vengano affrontate in ambito scolastico e affrontate così presto? Nella fattispecie il film è consigliato da Netflix a un pubblico di età non inferiore ai 13 anni. Anche se sembra comunque una soglia ancora bassa per accedere al contenuto, probabilmente ci sarà un motivo. Per bambini appena usciti dalla scuola primaria, comunque, è decisamente troppo.

Anche qui, poi, sorge spontanea una riflessione: come vengono trattate queste tematiche anche all’interno dell’ambito scolastico? Vi è la giusta preparazione degli insegnanti, magari a 360 gradi sul tema, o piuttosto prevale l’intransigente volontà ideologica? Volontà ideologica che costringerebbe comunque, la gran parte dei più giovani a conoscere una realtà lontana dalla sua quotidianità. Chissà quando gli adulti impareranno ad ascoltare i bambini.

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