21/06/2021 di Luca Marcolivio

E’ ora di dire basta a una Disney sempre più Lgbt

La Disney continua a infangare l’innocenza dei suoi principali utenti: i bambini. Lo scorso mese avevamo dato notizia del docufilm sulla storia dei movimenti lgbt, che sarà trasmesso da Disney+. Non contenta, la stessa emittente sta per trasmettere un concerto dal titolo This Is Me Pride Celebration Spectacular.

A riportarlo è Life Site News, che rivela una serie di particolari inquietanti. A condurre lo spettacolo sarà la drag queen Nina West, mentre la performance sul palco prevede una serie di celebri canzoni, reinterpretate in versione lgbt.

«Crediamo nel potere della narrazione inclusiva che ci unisce e ci ispira a vivere autenticamente, e Disney+ si impegna ad amplificare le voci LGBTQ+ e BIPOC», si legge sul profilo Instagram di Disney+.

È ormai più che palese che la Disney non si limita soltanto a sostenere «con orgoglio» le cause lgbt ma promuove ormai apertamente l’indottrinamento dell’infanzia. «Unitevi a noi domenica 27 giugno per il primo Disney Plus This Is Me #Pride Celebration Spectacular», proclama con grande enfasi Disney+ in un tweet.

A maggio, un altro tweet annunciava: «Il conto alla rovescia per il Mese dell’Orgoglio è iniziato con una serie colorata di prodotti Pride disponibili ora!». E ribadiva che la Walt Disney Company sta continuando a finanziare con «impegno costante» le «organizzazioni di tutto il mondo che sostengono le comunità LGBTQ+».

Tra le organizzazioni lgbt in questione, Life Site News cita GLSEN e It Gets Better Project, che promuovono la disforia di genere e, a tutti i livelli, incoraggiano l’omosessualità e la transessualità tra i ragazzi. La menzionata drag queen Nina West, peraltro, è già apparsa in versione cartoon, in un episodio del programma Nickelodeon Blue’s Clues & You! indirizzato al pubblico infantile: un elogio sperticato delle famiglie “non tradizionali” con tanto di inevitabili bandiere arcobaleno e di canzoncina dal seguente ritornello: «si amano così orgogliosamente».

Come facilmente si evince, la propaganda lgbt tra i minori procede a diverse velocità a seconda dei paesi dove opera. Mentre in Italia, almeno finora, prevalgono le manovre opache, con l’appoggio di forze politiche di centrosinistra, oltreoceano, la “macchina da guerra” arcobaleno agisce ormai alla luce del sole, con iniziative faraoniche, che godono del sostegno di loghi assai illustri.

Com’è costume americano, sono soprattutto le grandi multinazionali a finanziare i progetti contro la vita e contro la famiglia. Questi colossi, in virtù delle loro dimensioni e disponibilità finanziarie, hanno il vantaggio di poter agire liberamente e indipendentemente dalle forze politiche al Governo. Nel caso della Disney o dei big della Silicon Valley, poi, alla forza economica, si affianca la popolarità del marchio e la credibilità presso giovani e giovanissimi. Alla totale malleabilità dello spirito critico di bambini e adolescenti, si aggiunge la totale arrendevolezza della maggior parte dei genitori, che, molto spesso, condividono le cause di indirizzo liberal.

Rimane il fatto che, per chi ha conservato una concezione della vita e della famiglia aderente alla natura e alla tradizione, fa molto male vedere la Disney così sbilanciata a favore di progetti che, di fatto, deturpano l’innocenza dei più piccoli e ne distruggono lo spirito critico. Perché quei fumetti e quei cartoni hanno fatto sognare almeno quattro generazioni e chi ha qualche anno in più, confrontando i prodotti del passato con quelli del presente, non può non sentirsi deluso, ferito e tradito.

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