06/04/2022 di Manuela Antonacci

Disney. Inizia il dissenso interno contro le “crociate” ideologiche Lgbt?

Ormai, come si è ben capito, la Disney è sempre più in prima linea nell’affermare e propagandare i dogmi Lgbt. Dopo il bacio gay nell’ultimo cartone animato su Buzz Lightyear (storico personaggio di Toy Story) è arrivata anche la presa di posizione dei vertici della casa cinematografica nel voler a tutti i costi inserire, entro poco tempo, fin oltre il 50% di personaggi dichiaratamente Lgbt e appartenenti alle varie minoranze.

Una deriva sempre più netta, rafforzata anche dal punto di vista politico con la contrarietà al disegno di legge contro il gender nelle scuole della Florida. Adesso, però, qualcosa inizia a scricchiolare all’interno delle mura Disney. O meglio, qualcuno sembra iniziare a dissentire. Stiamo parlando di un importante azionista della casa cinematografica, Ray Keating, economista ed editore di DisneyBizJournal.com, che ha espresso il suo malcontento per queste posizioni progressiste e in particolare per i commenti della Disney nei confronti del disegno di legge. Keating ha affermato laconicamente che. «quando le aziende si immischiano nelle questioni politiche, raramente finisce bene».

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Per questo, rivolgendosi al CEO di The Walt Disney Company Bob Chapek, che ha criticato la legge e sospeso le donazioni in Florida per i politici che invece lo hanno appoggiato, Keating, intervenendo su Fox News Digital, lo ha esortato a tornare agli affari e a «smetterla di sprecare i soldi degli azionisti in crociate politiche che non hanno nulla a che fare con gli affari della Disney». In quanto, come ha con forza sottolineato, «abbiamo tutti il​​diritto di far sentire la nostra voce sulle questioni, ma non con i soldi degli azionisti».

«Il nostro obiettivo come azienda – erano state le parole della Disney - è che questa legge venga abrogata dal legislatore o soppressa nei tribunali e continueremo ad impegnarci per sostenere le organizzazioni nazionali e statali che vogliono raggiungere questo obiettivo». Parole esplicite e che non hanno lasciato spazio ad interpretazioni, in merito alle quali Keating ha chiosato: «Se non fossi un azionista lo troverei divertente».

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