04/05/2023 di Gloria Callarelli

Borchia su blasfemia all’Europarlamento: «Escalation anti cristiana. Ho scritto a presidente Metsola»

Contenuti blasfemi, offensivi e discutibili con l’immagine di Gesù Cristo offesa. Questa è la sensazione – e non è solo una sensazione, ma la realtà - che ha provocato la mostra di Elisabeth Ohlson allestita all’interno del Parlamento Europeo.

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Una mostra - in programma in questi giorni fino a domani – che continua a far discutere e indignare l’opinione pubblica, in particolar modo i cittadini di fede cristiana. A tal proposito Paolo Borchia, europarlamentare e membro del gruppo Identità e Democrazia, ha deciso di inviare una lettera alla presidente Roberta Metsola esprimendo il suo disappunto, e quello di altri eurodeputati. Oltre a lui, infatti, hanno sottoscritto la lettera Alessandra Basso, Marco Campomenosi, Susanna Ceccardi, Angelo Ciocca, Rosanna Conte, Gianantonio Da Re, Paola Ghidoni, Valentino Grant, Danilo Oscar Lancini, Elena Lizzi, Alessandro Panza, Antonio Maria Rinaldi, Maria Veronica Rossi, Silvia Sardane, Isabella Tovaglieri, Annalisa Tardino, Stefania Zambelli.

Abbiamo intervistato direttamente Borchia, chiedendo se questo non sia l’ennesimo atto di una coscienza anticristiana e di un’escalation pesante di questo sentimento che stiamo vivendo nella società di oggi. Così Borchia: «L’escalation di questo la vediamo quotidianamente anche perché ultimamente mi sembra subordinato il valore dell’opera artistica a quella che è la notorietà, la visibilità che si pensa possa scaturire dalla provocazione. E’ la logica che abbiamo visto in questa mostra di sedicenti opere d’arte organizzata dal Parlamento europeo. Non è la prima volta. Mi ricorda un po’ lo stile di Oliviero Toscani».

Esiste dunque un’avanzata anti-cristiana che probabilmente ha radici profonde e si innesta nel tentativo di rivisitare la società di oggi, spingendola verso il nulla valoriale e l’edonismo più sfrenato. Per Borchia la spiegazione è in realtà anche più pratica: «In questo modo si polarizza il dibattito, si spacca l’opinione pubblica e presunti artisti ricevono una pubblicità gratuita e una visibilità che altrimenti non avrebbero potuto ricevere a causa della mediocrità del livello delle loro opere. Poi chiaramente la difficoltà che si trova in Europa nel tutelare la dignità dei valori cristiani non è una novità. Notiamo una mancanza di rispetto totale se pensiamo che a livello parlamentare è arrivata una mail di invito nella quale si parlava di una mostra inclusiva. Abbiamo però visto che il livello delle opere è stato tutto il contrario».

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Borchia ci informa che la presidente del Parlamento Europeo non era forse a conoscenza del contenuto della mostra: «Si tratta di un qualcosa di molto divisivo, irrispettoso nei confronti delle sensibilità per cui ho ritenuto doveroso inviare una lettera alla presidente Metsola: per quanto mi risulta non era al corrente della mostra, perché sembra che non sia prevista un’autorizzazione da parte della presidenza e dunque di uno screening a monte». Difficile appurare se effettivamente il presidente non sapesse nulla. Di certo c’è che constatiamo come per l’ennesima volta in Unione Europea si fa di tutto per tutelare i diritti delle minoranze del pensiero unico, mentre non si fa nulla per tutelare tradizioni e sensibilità del mondo sul quale la stessa Europa dovrebbe poggiare. Il momento di voltarsi dall’altra parte, ora, è forse definitivamente tramontato.

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