18/01/2022 di Luca Marcolivio

Violenza, sesso e gender in fascia protetta. Giovanardi: «Spazzati via enormi sforzi per la sana educazione dei bambini»

Una serie televisiva tra l’horror, lo splatter, l’omoerotico e il transumano. A far traboccare il vaso è stato un episodio della serie tv 9-1-1, dal titolo "Luna Piena", andato in onda lo scorso 7 gennaio, su Rai 2, alle ore 19.40, quindi in fascia protetta. Carlo Giovanardi e Luisa Santolini, rispettivamente ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche familiari ed ex presidente del Forum delle Associazioni Familiari, hanno presentato un esposto formale al Comitato di Applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori.

Il motivo? Le scene raccapriccianti e – oltretutto – molto poco realistiche figuranti nella suddetta puntata di Luna Piena: un’effusione tra due lesbiche, di cui una viene poi torbidamente sedotta da un’altra donna e tradisce la compagna; un licantropo nudo e coperto di sangue, che viene abbattuto dalla polizia mentre si sta cibando di un uomo; un gruppo di gestanti impegnate in una sessione ginnica che contemporaneamente vengono colte dalle doglie del parto, quando poi, al momento del soccorso, si scopre che la loro è una “gestazione per altri”; infine, una coppia gay, in cui, uno dei due uomini viene colto da violenti dolori addominali che si risolvono con l’estrazione dall’ano di un verme solitario dalla lunghezza impressionante.

Contattato da Pro Vita & Famiglia, Giovanardi è entrato nel merito della vicenda, mettendo in chiaro quale sia la posta in gioco.

Onorevole Giovanardi, com’è nato il ricorso da lei esperito assieme a Luisa Santolini, nei confronti della Rai?

«Mi è capitato di vedere per caso la puntata di Luna Piena in piena fascia protetta e quasi non ci volevo credere: immagini agghiaccianti e disgustose persino per la sensibilità di un adulto… Non contesto tanto la presenza di coppie omosessuali in questo telefilm, quanto i contenuti morbosi che vengono mostrati. Abbiamo quindi scritto al Comitato di Applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori, chiedendo che attivi gli opportuni meccanismi sanzionatori. Il caso è stato posto all’ordine del giorno per il prossimo 10 febbraio per la discussione del ricorso formale. Il problema è che in Italia, anche se ci sono gli organismi preposti a sanzionare chi viola le regole, se non viene fatto un esposto formale, questi organismi non possono intervenire d’ufficio».

Il vostro obiettivo è semplicemente ricollocare quei contenuti in fascia protetta o ritiene addirittura che la tv di stato non debba trasmetterli?

«Puntiamo innanzitutto a far rispettare la normativa vigente sulla tutela dei minori nelle fasce protette. Il punto di partenza è quindi l’ottemperanza delle regole che, in questo caso, ritengo siano state platealmente disattese. Per di più parliamo di un programma della tv di stato, per la quale pago il canone. Se poi la trasmissione viene collocata fuori dalle fasce orarie protette, è un altro discorso. Io mi concentro sul rispetto delle regole basilari, nell’ottica del “giù le mani dai bambini”. Un telespettatore maggiorenne è nelle condizioni di scegliere, un bambino no. Del resto, duemila anni fa, qualcuno disse che chi “scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Mt 18,6)».

Da parte della Rai, è stata una pura e semplice negligenza (seppur molto grave) o c’è di più?

«Quella puntata di Luna Piena era una replica. Due anni fa quella serie era già andata in onda, non so in quale fascia oraria ma il fatto stesso che sia andata in onda è un’aggravante non un’attenuante. Fatto sta, che recentemente è andata in onda alle 19.45, sulla tv di stato in fascia protetta. Non so se il Comitato preveda una sanzione economica o una semplice richiesta di scuse: sarà un utile esercizio per scoprire come funziona questo meccanismo. Il fatto che il caso sia già stato messo all’ordine del giorno è positivo, vedremo poi che tipo di posizione prenderà. Quello che mi meraviglia, comunque, è l’assenza di una preoccupazione generalizzata su questi temi. Gli insegnanti, gli educatori, i parroci, che cercano di indirizzare bambini e adolescenti al rispetto di certi valori, si rendono conto di quanto la costruzione così faticosa della personalità del minore venga spazzata via in un attimo da contenuti del genere. Costruire è difficile, distruggere è facile. Le cose che ho visto in quella serie televisiva non sono la normalità di tutti i giorni. I licantropi che girano la notte nudi a mangiare la testa della gente, le persone che espellono dall’ano il verme solitario, le donne che partoriscono all’improvviso e dicono che la loro è una “gestazione per altri”: tutto questo non mi sembra sia la normalità. Si vuol fare credere che tutto ciò sia normale, invece è soltanto una concentrazione di aberrazioni, porcherie e roba disgustosa. Dopodiché, posso permettermi un’ultima considerazione?»

Prego…

«Qualcuno potrà accusarci che, avendo fatto un esposto contro quelle immagini, allora siamo degli omofobi. Io replico che quella trasmissione è offensiva nei confronti delle coppie gay!».

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