17/02/2020

Veneto: la mozione per lo stop ai farmaci blocca pubertà. Parla l’assessore Donazzan

“Lasciamo crescere i nostri figli”. Si apre così il titolo della mozione presentata in seno al Consiglio Regionale del Veneto per chiedere il no ai farmaci che bloccano la pubertà. Una mozione firmata in primis dall’Assessore all’Istruzione Elena Donazzan, di Fratelli d’Italia, seguita da Giovanna Negro, capogruppo della lista civica Veneti Uniti, da Nicola Finco, capogruppo della Lega, da Maurizio Conte, capogruppo di Forza Italia e da Andrea Bassi, capogruppo di Fratelli d’Italia. Pro Vita & Famiglia ha intervistato proprio Elena Donazzan sull questione.

 

Assessore Donazzan, ci vuole spiegare in breve in cosa consiste questa mozione e perché è stata presentata?

«Abbiamo preso esattamente la stessa mozione che il Friuli Venezia Giulia ha approvato, il cui primo firmatario è il presidente Massimiliano Fedriga, condividendo ogni punto e ogni passaggio e soprattutto l’obiettivo di far esprimere anche il Consiglio Regionale del Veneto su questo delicatissimo argomento, ovvero la manipolazione dell’identità dei più piccoli. Quindi io sono stata spinta dal comprendere che l’obiettivo delle istituzioni pubbliche è di difendere i più deboli e i bambini in particolare e di non permettere che ideologie distorte che perseguono qualche interesse finanziario, di lobby – che vanno dalla grande comunicazione alla farmaceutica – si scagli contro i bambini che devono invece essere accompagnati serenamente verso il superamento degli scogli della vita per avere punti di riferimento che partono dalla propria identità. Da assessore regionale all’Istruzione ho tenuto e sto tenendo alta la guardia nei confronti delle teorie gender, segnalando la grave difficoltà di fronte ad una violenta campagna di comunicazione tesa a minimizzare e giustificare comportamenti invasivi della sfera personale e dell’educazione familiare. Ho emanato degli atti, perché la pubblica amministrazione deve parlare attraverso gli atti, volti al consenso informato delle famiglie che sono certa hanno a cuore la serenità e la vita dei propri figli. Questo significa che qualsiasi sia la parte politica o partitica di un genitori, non vorrà di certo bombardare di farmaci i propri figli».

Quali riscontri ha avuto tanto dalla sua parte politica quanto dalle forze a lei opposte?

«Io ho messo a disposizione di tutti la mozione proprio perché potesse essere sottoscritta dal maggior numero possibile di colleghi. Sono soddisfatta delle firme raccolte. Quello che però farà fede sarà la votazione in Aula, proprio perché l’amministrazione pubblica deve parlare per atti come dicevo prima. Ciò che farà fede sarà dunque come si esprimerà il Consiglio Regionale del Veneto. Ho trovato, in alcuni miei colleghi, molta misconoscenza e anche molta sottovalutazione del problema, perché evidentemente non è chiaro la portata di ciò che sta accadendo e io mi auguro che questo sia il primo step affinché in Veneto, e in Italia, non si usino questi farmaci».

Lei pensa che questa mozione e l’eventuale voto favorevole, possono essere dei primi passi per una maggiore sensibilizzazione anche a livello nazionale e quindi da parte del Governo?

«Certamente, però c’è bisogno di muoversi tutti nello stesso modo e nella stessa direzione, perché quando a livello locale ci sono troppe differenze nel trattare temi così delicati come i bambini o la famiglia, ciò diventa pericoloso. La sinistra è molto brava a cambiare le norme, a far passare alcune cose dal punto di vista normativo. Allora noi ci dobbiamo attrezzare allo stesso modo, facendo passare norme, proponendo mozioni, perché non basta più ribadire il buon senso di determinati comportamenti e di determinati atti».

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