21/07/2022 di Fabrizio Cannone

Vaticano. Niente investimenti con realtà collegate ad aborto, pornografia, armi e azzardo

Va molto di moda, e non da oggi, il concetto di “consumo consapevole e critico” o di “acquisto etico”. Parallelo , in fondo, a quello di “finanzia etica”, “banca solidale” e così via.

Anche il Vaticano si è messo su questa linea, seppur in un modo diverso da quel che è più in uso nel mercato globale. E ciò attraverso un recente Comunicato della Segreteria per l’Economia, il cui prefetto è padre Juan Antonio Guerrero Alves. Il Comunicato, datato 19 luglio, afferma che «Dal primo settembre prossimo si avvierà una nuova politica unitaria per gli investimenti finanziari della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, che saranno disciplinati da una Politica di Investimento».

Ebbene, questa nuova politica «intende far sì che gli investimenti siano mirati a contribuire ad un mondo più giusto e sostenibile; tutelino il valore reale del patrimonio netto della Santa Sede, generando un rendimento sufficiente a contribuire in modo sostenibile al finanziamento delle sue attività»

Una volontà quindi di ordine, di quadratura dei conti e di trasparenza, come dovrebbe esserci in tutte le economie del Pianeta. Ma la specificità etica della nuova linea è soprattutto un’altra. Gli investimenti e le altre operazioni economiche della Santa sede dovranno essere «allineati con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, con specifiche esclusioni di investimenti finanziari che ne contraddicano i principi fondamentali, come la santità della vita o la dignità dell’essere umano o il bene comune»

Quindi, secondo quanto riporta la CNA (Catholic News Agency), sarà formalmente vietato per i responsabili della Santa sede investire in prodotti collegati a «pornografia e prostituzione; al gioco d'azzardo; all’industria delle armi e della difesa; centri sanitari pro-aborto; laboratori o aziende farmaceutiche che producono prodotti contraccettivi e/o lavorano con cellule staminali embrionali»

Ovviamente questi investimenti erano già prima difformi dall’etica cristiana, dalla giustizia sociale e dalle norme canoniche che regolano la vita della Chiesa. Ma ora ci sarà più attenzione e controllo. Anche perché, come sottolinea il comunicato vaticano, «la scelta di investire in un luogo piuttosto che in un altro, in un settore produttivo piuttosto che in un altro, è sempre una scelta morale e culturale».

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