11/12/2015

Utero in affitto – “SeNonOraQuando” si spacca

Non si è fatta attendere la reazione delle femministe più radicali all’appello di SeNonOraQuando contro l’utero in affitto, che ha creato una spaccatura all’interno sella stessa associazione:

“Sì alle unioni civili e all’adozione dei figli, no a soluzioni al ribasso!”, gridano dalle colonne del Corriere della Sera.

Le prime firmatarie di questo “contro – appello” sono Chiara Saraceno (Sociologa), Daniela Del Boca (Ph.D. Università di Wisconsin-Madison – Prof. Economia alla Università di Torino), e i comitati di SeNonOraQuando di Torino, Cremona, Alto Adige Südtirol.

Nel contro-appello si lamenta che nel ddl Cirinnà già si è eliminato qualsiasi riferimento al matrimonio e si è introdotto il nuovo istituto dell’unione civile dello stesso sesso “quale specifica formazione sociale”. Già la stepchild adoption, ossia la possibilità di adottare il figlio del/la partner, era una “soluzione al ribasso perché in quattordici Paesi europei prevale una propensione per l’adozione congiunta”.

Ora l’idea di stralciare anche la stepchild adoption dal testo di legge (idea ventilata anche all’interno del PD) appare del tutto inaccettabile.

E – secondo loro – “Invece di offrire tutela giuridica a famiglie che esistono già di fatto, si utilizza il dibattito sulla maternità surrogata come una clava per abbattere la stepchild adoption, con il serio rischio di compromettere il diritto di un bambino che cresce in una famiglia omogenitoriale a ricevere le garanzie di legge”.

Forse le signore firmatarie di questo contro-appello – che sono abilissime cuoche capaci di  girare le frittate più difficili –  non conoscono i diritti dell’infanzia, così come sono stati definiti in tutte le convenzioni internazionali recenti e nelle leggi di tutti gli ordinamenti civili: il primo diritto di un bambino è quello di crescere con una mamma e un papà, una femmina e un maschio, per aver più possibilità di sviluppare armoniosamente la propria personalità.

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Fonte: http://sonar.corriere.it/sonar/cronaca/2015/12/07/maternita-surrogata-e-giusto-mettere-al-mondo-il-figlio-per-un-altra-coppia.shtml

Sempre secondo il testo si vorrebbe far “divenire i bimbi vittime sacrificali di giochi utili a ricompattare la maggioranza governativa”. Invece, è lecito sacrificarli al desiderio degli adulti che giocano a scimmiottare una famiglia facendo finta di partorire chi non hanno partorito e di generare chi non hanno generato? Due papà non esistono, è finzione: il seme è di uno, l’altro è nessuno. Due mamme nemmeno. La mamma è solo una, perché solo una ha portato in pancia quel bambino per nove mesi.

“Le famiglie di fatto sono, appunto, famiglie e come tali debbono essere tutelate”, dicono loro. Da che mondo è mondo senza matrimonio non c’è famiglia. La “famiglia di fatto” è solo convivenza.

E il matrimonio è solo l’unione di un uomo e una donna atta a procreare.

Vogliamo dire, scrivere, legiferare che gli asini volano? Qualsiasi cosa inventi il ddl Cirinnà o qualsiasi altra legge, la realtà, la verità, non cambia e non cambierà mai.

Sempre il Corriere, poi, riporta un sondaggio: per lo stesso motivo sopra accennato se anche tutti gli uomini del mondo credessero fermamente che gli asini volano, il dato di fatto è e sarà sempre insuperabile. Comunque il sondaggio del Corriere dà, al 60%, ragione alla natura e alla realtà: è giusto mettere al mondo un figlio per qualcun altro? No. Come – se ci fosse coerenza dovrebbero essere tutti d’accordo – non è giusto andar in giro a dare sperma o ovociti, sia a pagamento che gratis.

 Redazione

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