18/08/2015

Utero in affitto: bimbo nasce malato e nessuno lo vuole

La pratica dell’utero in affitto continua a destare orrore.

Ogni giorno che passa la cronaca ci fa conoscere storie di ordinaria follia. Storie che ci riportano direttamente alla barbarie (vedi ad esempio qui).

Avvenire racconta una strana vicenda la cui tragedia si sta consumando in Repubblica Ceca, nel sud della Boemia. Per molti aspetti la storia non è ancora del tutto chiara.

Una coppia eterosessuale di quarantenni non riesce ad avere figli perché lei è senza utero. Così i due decidono di ricorrere prima alla fecondazione in vitro, pagata dal Servizio sanitario nazionale, e poi alla maternità surrogata. L’embrione ottenuto viene impiantato in una 35enne selezionata dagli stessi aspiranti genitori. Tuttavia, il Centro di procreazione assistita li mette in guardia: la persona individuata, infatti, soffrirebbe di epilessia e di forti disturbi mentali. E oltretutto è pure single.

Ma i “committenti” non retrocedono e, attraverso un certificato probabilmente manipolato, dimostrano la sostanziale sanità della “gestante a pagamento”, ottenendo così ciò che vogliono. I problemi però arrivano ugualmente.

La donna che ha affittato il suo utero rifiuta gli esami necessari per verificare lo stato di salute del feto e, al contempo, ha gravi attacchi epilettici, che costringono i medici ad aumentare la somministrazione di farmaci.

Alla 23esima settimana di gravidanza si scopre che il bambino soffre di gravi problemi alle gambe e alla colonna vertebrale. Il Centro di procreazione consiglia ovviamente l’aborto, che in Repubblica Ceca, in caso di gravi anomalie ereditarie, è ammesso fino alla 24esima settimana. La gestante però rifiuta questa soluzione, ma solo perché non è convinta che il “figlio” che porta in grembo sia davvero malato. Bludental

I “committenti” però, di fronte al responso dei medici, decidono di rinunciare al bimbo.

Una volta nato, il piccolo subisce diversi interventi chirurgici. Le sue condizioni sono critiche. E così anche la “gestante” lo rifiuta, preferendo affidarlo ad un orfanotrofio.

Naturalmente è scoppiata la polemica, che però sembra ignorare i veri problemi di fondo.

L’unica soluzione sensata e possibile per evitare questi casi e per tutelare realmente la dignità delle persone coinvolte è vietare categoricamente e senza attenuanti la barbara pratica dell’utero in affitto. I figli non si comprano. Non sono un diritto. Non sono una merce che può essere acquistata o rimandata indietro se fallata. Le donne non si sfruttano. La maternità non è in vendita.

Ma il discorso deve ampliarsi. Infatti quello dell’utero in affitto è soltanto la punta dell’iceberg.

Orribile è consentire la fecondazione artificiale, che, in tutte le sue forme, ammazza embrioni, rende il figlio un prodotto della scienza e della tecnica e, nel caso dell’eterologa, lo priva dei suoi veri genitori.

Orribile è la mentalità abortista ed eugenetica in cui siamo immersi. Una mentalità che fa impallidire quella nazista, perché oggi si maschera sempre più di progresso, amore e difesa dei “diritti umani”. Un bambino malato è un peso e non viene ritenuto degno di vivere. Pertanto va soppresso. Punto e basta. Al massimo, se proprio siamo buoni, lo si abbandona e lo si consegna ad un orfanotrofio (e questo è di gran lunga meglio che ammazzarlo, s’intende).

Viviamo nell’egoismo e nell’edonismo più beceri e sfrenati. Ci consideriamo evoluti e civili, ma in realtà siamo tornati al Monte Taigeto e alla Rupe Tarpea. 

Federico Catani

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

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