26/01/2022 di Luca Volontè

Usa, sui transgender nello sport la NCAA se ne lava le mani

I genitori e i sostenitori dello sport femminile negli Stati Uniti stanno protestando contro la National Collegiate Athletic Association (NCAA) per la sua decisione di scaricare la propria responsabilità sulle federazioni di categoria, invece di vietare che maschi transgender partecipino alle competizioni femminili.

Il Consiglio di amministrazione della NCAA, infatti, ha votato nei giorni scorsi a favore di un approccio per il quale ogni singola federazione valuterà autonomamente la partecipazione transgender. Se uno sport non ha un organo di governo nazionale, verrà seguita la politica della federazione internazionale di quello sport. Se non c'è una politica di federazione internazionale, le regole del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) diventerebbero obbligatorie.

Il cambiamento arriva in mezzo a critiche crescenti da parte di genitori e sostenitori dello sport femminile che denunciano come il futuro di tutto dello sport femminile sia in pericolo, visto l’esemplare successo che sta riscuotendo Lia Thomas (maschio transgender) dell'Università della Pennsylvania che con questa decisione continua ad essere autorizzato a gareggiare nella squadra femminile. Infatti, l'organo di governo, che nel suo caso è USA Swimming, che non ha una politica formale per quanto riguarda gli atleti transgender, segue le regole del CIO, che non prevedono requisiti particolari di testosterone.

Il cambiamento delle regole NCAA è dunque solo una "scappatoia" e USA Swimming dovrebbe avere il coraggio di rendere più severe le regole attuali e vietare che i trans gareggino nelle gare femminili. I critici delle regole attuali sostengono che gli atleti come Lia Thomas dovrebbero essere inseriti in una categoria separata per gli atleti trans, o che le gare con un atleta trans dovrebbero essere designate come "gare di esibizione" e i loro tempi non conterebbero come record. Altri, invece, hanno chiesto di cambiare la categoria maschile in "Open" e la categoria femminile in "Femminile", dove femminile si riferisce al sesso registrato alla nascita.

Nancy Hogshead-Makar, una nuotatrice tre volte medaglia d'oro alle Olimpiadi e amministratore delegato del gruppo di difesa Champion Women, ha duramente criticato la decisione della NCAA, affermando che: "La nuova politica NCAA suona molto come quella vecchia", ha detto a ESPN. "Il consiglio non ha risolto l'intrattabile bilanciamento tra equità, sicurezza di gioco e inclusione. Hanno fallito con le donne non dando priorità all'equità".

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