Le politiche contraccettive ed il controllo delle nascite non rientrano tra le competenze dell’Unione Europea che, però, non smette di impegnarsi in quest’ambito.
Ennesima riprova sta nella produzione di un documento –molto ben articolato- in cui, con il patrocinio dell’UE, si affrontano i vari problemi che una donna potrebbe trovarsi davanti in materi di gestione della propria fertilità.
“An Advocate’s guide: Strategic Indicators for Universal Access to Sexual and Reproductive Health and Right”: questo il titolo della guida che fornisce ai professionisti legali le chiavi d’accesso per poter difendere e tutelare i diritti sessuali e riproduttivi di una donna. Si legga: politiche contraccettive ed aborto.
E se nel tuo Stato l’aborto non viene visto come andare dal parrucchiere e l’accesso è leggermente meno immediato, nessun problema! È possibile recarsi altrove.
A prescindere dai contenuti –la cui gravità dovrebbe riuscire a svegliare molte coscienze- la questione di fondo è la seguente: come si permette (sia sul piano economico ma ben più importante quello sociale) l’Unione Europea di ingerire, totalmente fuori dalle competenze precipue dell’Istituzione comunitaria stessa, nella sfera sovrana degli Stati membri?
Evidentemente, il rispetto del principio democratico va invocato, osannato e sbandierato, a proposito e a sproposito, solo in occasioni politicamente corrette.
Redazione