02/05/2013

Una mamma dopo l’aborto: “Vorrei che l’aborto fosse illegale! Vorrei essere con il mio bambino”

A San Diego, in California, Peter Baklinski riceve, per LifeSiteNews.com, la testimonianza di una donna, che ha bisogno di parlare perché altre non facciano gli stessi sbagli che ha fatto lei.

La giovane sedeva nel bagno della stanza del dormitorio della sua amica, con i crampi e sanguinante sulla tazza. Era l’inizio del 2008, la vigilia del suo diciannovesimo compleanno. In clinica le avevano dato una pillola da prendere per bocca e alcune candelette da inserire internamente. Lei sapeva che bastavano ancora poche ore e tutto sarebbe finito. Fine dell’inconveniente. Rivoleva indietro la sua vita.

Si era convinta di nuovo che questa era la cosa migliore da fare.

Ma Hannah Smith (nome di fantasia) non poteva ignorare l’ironia della tempistica. Perché il giorno in cui avrebbe dovuto celebrare il suo compleanno ella stava deliberatamente assicurandosi che la nuova vita dentro di lei non avrebbe mai avuto un compleanno da celebrare? Come era arrivata a questo? Hannah ripercorse gli eventi con gli occhi della mente.

La ragazza aveva appena cominciato il suo primo anno in una università lontano da casa. I suoi genitori, che stavano assumendosi il costo completo della sua educazione, avevano grandi aspettative per lei. Hannah era stata educata come cattolica ma aveva barattato quelli che considerava valori religiosi obsoleti e restrittivi con i piaceri seduttivi offerti dal mondo.

Fu durante una visita a casa per le feste di Natale che le cose si fecero realmente complicate. La mamma di Hannah, che giocava a far la sensale, la presentò al figlio di un caro amico. Solo che i due giovani si erano subito lasciati prendere la mano: feste a non finire con assunzione di alcolici in maniera smoderata e per finire sesso facile. Hannah aveva pensato fino ad allora di essere invincibile e che nulla poteva ostacolare il piano che aveva per la sua vita.

Ma proprio allora scoprì di essere incinta.

Non osava dirlo a sua madre che, ne era sicura, le avrebbe fatto tenere il bambino. Se fosse andata così, la sua vita di sempre sarebbe finita. Il suo ragazzo fece chiaramente capire che non voleva avere più niente a che fare con lei e il bambino. Le diede 350 dollari e le disse di abortire.

Abbandonata, sola e impaurita, Hannah non poteva immaginare una vita da mamma single. Per questo adesso lei se ne stava, il giorno del suo diciannovesimo compleanno, seduta sul WC nel bagno della stanza del dormitorio della sua amica ad abortire il suo bambino.

Vivere per dimenticare

Passarono alcuni anni. Hannah era ora sposata e incinta del primo figlio. Aveva cercato di vivere come se l’aborto non fosse mai successo. La sua idea era di dimenticare per sempre quel capitolo della sua vita. Aveva mantenuto il segreto anche con il marito.

Poi, un giorno, l’esperienza repressa dell’aborto uscì improvvisamente come uno spettro dal passato, fronteggiandola faccia a faccia.

Hannah stava leggendo di un uomo che si era visto sull’orlo dell’inferno per aver scelto di amare e servire se stesso piuttosto che le persone che Dio gli aveva messo accanto.

Improvvisamente, la donna incinta si ritrovò sconvolta a piangere senza controllo. Suo marito le chiese cos’è che non andava. Hannah gli disse che non voleva finire all’inferno a causa delle sue scelte. Ora vedeva chiaramente che era responsabile della morte del suo bambino e che un giorno avrebbe affrontato il giudizio a motivo della sua scelta.

Hannah in quel periodo aveva letto anche della esperienza della Dr. Gloria Polo, l’ortodontista colombiana che si era convertita e aveva capito di meritare l’inferno per aver abortito un bambino e per aver posto fine alla vita di diversi altri bambini attraverso l’uso di contraccettivi abortivi.

Nella testimonianza della Dr. Polo, Hannah lesse che l’aborto è il “peggiore di tutti i peccati” perché significa “uccidere i tuoi bambini, uccidere un bambino”. Lesse che nel momento in cui una nuova vita è creata, è come se una meravigliosa scintilla di luce mandata da Dio esplodesse nel grembo della nuova madre. Per la prima volta, considerò il concepimento del suo primo bambino come una cosa bella, piena di luce e di spirito.

Comprese che era stata troppo egoista e troppo concentrata su se stessa per permettere che tale bellezza entrasse nella sua vita. Adesso vedeva perfettamente che la sua scelta di abortire non era altro che un atto di egoismo e codardia. Capì che aveva posto fine alla vita di una persona nuova, irripetibile e bella che lei avrebbe cresciuto nell’amore e che nel tempo le avrebbe restituito quell’amore.

Trovare la pace dopo l’aborto

Hannah ora ha 24 anni, pensa che il dispiacere e lo smarrimento non hanno avuto l’ultima parola sulla sua esperienza di aborto. Nonostante spesso pianga in silenzio sul suo dolore, lei crede nel suo cuore che il suo bambino abortito sia in cielo con Dio. E spera di essere lì un giorno col suo bambino, dove Dio “asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” come dice la Bibbia (Ap. 21.4).

Hannah, che ha presentato la sua testimonianza a LifeSiteNews, ha detto in un’intervista che guardando indietro può vedere cosa l’ha messa sulla via di scegliere l’aborto.

“Tutti i miei amici non erano religiosi e non avevano i principi morali con cui sono cresciuta, così volevo trovarmi a mio agio con i miei amici e se questo significava fare cose che mi avevano insegnato di non fare, andava bene così. Inoltre, con tanta sessualizzazione nei media, si insegna che essere sessualmente attivi è la maniera per far parte del gruppo, specialmente nell’ambiente del college”.

Ha detto: “Io ho sentito la pressione della società e sono diventata quella donna egoista e autonoma che la società voleva che io fossi”.

Ora, da giovane madre di due bambini, capisce le ragioni della sua educazione cristiana che la avrebbero portata a onorare e rispettare tutte le forme di vita e soprattutto a scegliere l’astinenza e aspettare di essere sessualmente attiva nel matrimonio

“Adesso che sono un po’ più grande e ho una mia famiglia, capisco perché i miei genitori e la mia fede mi hanno insegnato queste cose. Ora so che è importante essere una persona migliore e mostrarlo per essere un buon modello per i miei bambini”.

Hannah è giunta ad un profondo rimorso per la sua “scelta”. Vorrebbe che mettere fine alla vita del suo bambino non fosse stata una scelta legale per lei.

“So che non avrei fatto quella scelta se non fosse stata accessibile. Avrei affrontato le conseguenze del mio comportamento, come avrei dovuto fare” ha detto. “Io vorrei che l’aborto non fosse stato legale, e non vorrei aver fatto quella scelta perché vorrei essere con il mio bambino e la mia vita non sarebbe così piena di dolore e rimorso”.

Hannah ha sottolineato che se il diritto alla vita garantito dalla Dichiarazione di Indipendenza fosse rispettato e vissuto da tutti gli Americani, l’aborto non sarebbe tollerato. E’ arrivata a considerare la parola “scelta” come un brutto eufemismo per “omicidio”.

“L’aborto è il peggior male del nostro tempo, e noi lo abbiamo sminuito come se fosse semplicemente una delle scelte della donna. Se potessi passare del tempo in prigione per il delitto che ho commesso, lo farei. Non dovrebbe essere una scelta”, ha detto.

Un regalo al tuo bambino

Hannah spera che la sua testimonianza possa aiutare altre giovani donne a non fare il suo stesso errore.

“Per favore, non sopprimete la vita del vostro bambino. Abbiate speranza e tenete alta la testa. Potrete ugualmente raggiungere i vostri obiettivi anche con un bambino, o potete sempre dare il bambino in adozione a una brava coppia che ha bisogno di amare un bambino”, ha detto.

“Non derubate quel bambino della sua vita perché siete impaurite o perché pensate che la vostra vita sia finita. Se tenete il bambino, lui vi porterà così tanta gioia e amore come non avreste mai immaginato. Io lo so perché adesso ho due bei bambini che hanno dato senso alla mia vita”.

“Non fatelo, perché lo rimpiangerete immensamente, specialmente quando avrete dei figli. Capirete cosa avete perso. E’ molto doloroso e difficile perdonare a se stesse un aborto. Dovete guardare a quanto bella è la vostra vita e considerare che, se vostra madre avesse scelto l’aborto, non avreste mai provato tutto questo”.

“Per favore, fate questo regalo a vostro figlio. Per favore, scegliete la vita”.

Fonte: Prolifenews

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