13/02/2017

Transgender al WC: il ridicolo ideologico ce l’ha con Trump

Sulla ridicola questione dei WC e dei transgender, la stampa italiana sembra incredibilmente superficiale.

Pur di dare addosso a Trump si esprimono in modo impreciso e non veritiero.

Solo l‘ANSA nel titolo sembra abbastanza onesta:  «Trump: sui transgender stop alla difesa della linea Obama – Il Governo non sosterrà più uso bagni secondo identità di genere»; ma il Corriere. it e la Repubblica titolano con notevole malevolenza che Trump rifiuta di difendere i diritti dei transgender. 

Anzi tutto va fatta una premessa: la linea del neo presidente USA nei confronti della popolazione LGBTQIA(...) non è mai stata oppositiva, tant’è vero che il New York Times titola “Donald Trump Says Transgender People Should Use the Bathroom They Want”, che in inglese vuol dire che Trump ha detto che i transgender doverbbero usare il bagno che preferiscono.

Ma sulla questione dei bagni per transgender va fatta chiarezza. Purtroppo il parlar chiaro non appartiene al politicamnete corretto: noi continuiamo a provare. I nostri Lettori ci ascoltano e questo ci basta.

Del resto ne abbiamo parlato già tante volte. In estrema sintesi:

1)In diversi contesti e in diversi Stati federati i transgender – soprattutto gli studenti – (che – anche se fanno molto rumore – sono uno  zero virgola  della popolazione) hanno lamentato “un’ingiusta” discriminazione perché dovevano usare i bagni, spogliatoi e dormitori dei maschi (per esempio) quando loro “si sentono femmine” (o viceversa).

2) L’amministrazione Obama ha allora emanato regolamenti che impongono alle scuole e ai locali pubblici di abolire la distinzione sessista, omofoba e transofoba che pretende che i maschi siano separati, dalle femmine.  Perché la soluzione del terzo bagno è costosa ed è essa stessa discriminante, secondo alcuni,  quindi: bagni (spogliatoi e dormitori) liberi per tutti.

Laddove queste norme sono state effettivamente applicate è accaduto che:

  • gli ormoni e la goliardia degli studenti maschi, negli spogliatoi e nelle docce con le femmine hanno scatenato parapiglia facilmente immaginabili;
  • i pervertiti, i pedofili e i molestatori sessuali si sono subito adeguati e hanno con gioia cominciato a frequentare spogliatoi dedicati al gentil sesso, soprattutto alle ragazzine;
  • i cittadini (soprattutto i genitori delle sudettte ragazzine) sono insorti, perché hanno lamentato che la promiscuità provoca una violazione delle basilari regole di privacy e di igiene;
  • anche le attiviste lesbiche si sono beccate l’accusa di omo-trans-fobia perché dal canto loro rivendicano il diritto di non dover condividere spogliatoi e bagni con persone dotate di pene (organo che loro, in quanto lesbiche, aborriscono).

3) In questa situazione tragicomica (forse più tragica, che comica), alcuni Stati federati hanno emanato delle leggi che sanciscono la libertà per scuole e enti di mantenere bagni separati per maschi e femmine: chi appare maschio va al bagno dei maschi, chi appare femmina va al bagno delle femmine (nessuno, immagino, pretende l’esibizione del certificato di nascita quando si va in bagno).

   4) L’amministrazione Obama ha impugnato tali leggi transfobiche e sessiste e ha punito scuole e enti che tengono bagni separati. Ripetiamo. Si tratta di leggi che lasciano la libertà per una scuola – per esempio – di mantenere bagni separati. Ma non vietano – ad un’altra scuola – di fare bagni e spogliatoi misti. Gli Stati “colpevoli” di sessismo e transfobia (una ventina o più) hanno a loro volta impugnato le leggi liberticide di Obama (che violano l’autonomia degli Stati Federati).

Sono quindi in piedi dei contenziosi tra l’amministrazione centrale e quasi la metà degli Stati federati a questo proposito.

Trump ha deciso di lasciar perdere detti processi. Tra l’altro ha detto (sul New York Times) che gli Stati in questione sono già stati abbastanza puniti dal boicottaggio di tutte le industrie sottomesse al gender diktat (dal cinema alla pallacanestro) che hanno dichiarato che non lavoreranno più in territorio transfobo e sessista (salvo continuare a far cassa in Paesi omofobi, quando gli conviene).

Avendo seguito con attenzione tutta la vicenda, quindi, non si tratta di difendere i diritti dei transgender, ma di difendere il diritto di chi vuole mantenere la privacy in certi contesti.

Ma si sa. Di questi tempi la propaganda gender vuole abolire il codice binario (M -F ) che finora ha consentito il riprodursi degli esseri umani. E questa assurda battaglia di WC è solo puramente ideologica. Lo dimostrano i titoli del Corriere e di Repubblica.

Francesca Romana Poleggi

 



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