14/07/2022 di Fabrizio Cannone

Trans e queer ora censurano anche le verità scientifiche. Ecco cosa è successo

Che la censura non sia uno spettro del passato, ma una tristissima realtà del presente, purtroppo non è una fake news.

Un ennesimo episodio è accaduto qualche giorno fa in Germania. Una dottoranda in biologia, Maria-Luise Vollbrecht, avrebbe dovuto tenere, come ci informa MicroMega, una conferenza presso la Humboldt Universität, la più antica università di Berlino. Il tema era di tipo scientifico: né politico, né etico, né ideologico.

Ma il titolo della relazione – “Perché in biologia ci sono 2 sessi” – ha provocato lo sdegno e la reazione violenta di un fantomatico “Gruppo di lavoro dei giuristi critici”. Il gruppo ha sostenuto che l’affermazione-titolo della conferenza non sarebbe scientifica, oltre ad essere “disumana e ostile alle persone queer e trans”.

La cosa più grave, come nota giustamente la rivista, sta nel fatto che la facoltà, invece di difendere la ricercatrice, “ha cancellato la lezione per motivi di sicurezza”. Immaginate se tutti coloro che si credessero criticati o non rispettati da un docente iniziassero a fare sit-in facoltà: le università diverrebbero caserme per far rispettare il diritto allo studio dei cittadini.

Si noti poi che la Vollbrecht, oltre a essere una donna di scienza, è anche secondo la sua stessa definizione, “molto di sinistra” e “femminista”. Non si tratta quindi del classico docente – maschio ed eterosessuale – che certe minoranze Lgbt paiono contente di criticare, bullizzare o mettere in ridicolo.

Ma al di là di ciò, la difesa della scienza e della libertà di espressione, in teoria due pilastri della democrazia e della civiltà moderna, oltre che della Costituzione (anche tedesca) dove vanno a finire? Scompaiono nel nulla. E sempre più spesso a causa di certe minoranze ideologizzate, ma ben sostenute e remunerate dall’alto, le quali pretendono di imporre le loro idee a discapito dei dati scientifici più certi e acclarati. Come stavolta la dualità biologica dei sessi (o, in altro casi, il fatto che la vita inizi dal concepimento).

Giustamente la Vollbrecht dichiara che “l’ideologia non ha posto nella scienza”. Fosse pure un’ideologia che si ammanta delle belle parole di pluralismo, uguaglianza, inclusione o altro. “Se una donna si ribella a questa ideologia - continua la biologa - sia perché non crede che gli uomini possano diventare donne con un mero atto linguistico, sia perché insiste nel praticare una militanza centrata sull‘essere donna, allora, secondo la concezione femminista queer, è contro il senso di umanità”.

Credi che i sessi siano 2 e che un uomo non divenga donna mettendo una gonna e lo smalto alle unghie? Sei contro la concezione “queer” e dunque non hai umanità. E se provi a spiegare pubblicamente che la tua è una posizione assolutamente scientifica, non ti fanno parlare.

Se alcune lobby vogliono decidere chi debba parlare e chi no, allora il problema è serio. E la prima vittima di questa arroganza è proprio la scienza. Le cui conclusioni vengono ammesse (o negate) in nome di teorie astruse, liquide e variabili, e in ogni caso extra-scientifiche. Come la teoria del gender o l’autodeterminazione sessuale.

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