27/01/2020

Studente trovato morto, protestava contro il gender

Non è la prima volta che si sente parlare di Drag Queen che leggono libri ai bambini nelle biblioteche, spesso indossando costumi non idonei alla vista dei più piccoli e, in ogni caso, indottrinandoli con le dannosissime teorie dell’ideologia gender.

In più occasioni come queste, ai bambini sono state raccontate storielle che parlano del “cambio” del sesso o dove il protagonista ha due padri o due madri: favole, quindi, che li gettano in confusione sulla propria reale identità e che presentano loro un’idea di famiglia diversa da quella naturale.

Il 21enne Wilson Gavin ha deciso che valeva la pena combattere per difendere i bambini da questi eventi, organizzando, durante uno di essi, una rispettosa protesta con altri 12 ragazzi. Il video della piccola manifestazione era diventato virale. Poi, lo studente australiano è stato trovato morto.

I media hanno parlato subito di suicidio, ma non sono in pochi a sospettare che ci sia stata una rappresaglia nei confronti di Wilson in seguito alla sua protesta, specie dal momento che il ragazzo era stato già vittima di minacce online.

Del resto, il giovane era già diventato scomodo ad una certa parte dell’opinione pubblica sin dall’età di 19 anni, quando, in un evento dal titolo "You Can Say No", si era espresso contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso, pur essendosi definito omosessuale. In quell’occasione, aveva dichiarato: «Mi odiano perché sono un conservatore e mi odiano ancor di più perché sono un conservatore gay».

Il famoso giornalista Andy Ngo lo ha definito un «bersaglio di minacce di massa e molestie da parte di attivisti di sinistra» ed il parlamentare australiano Mark Robinson, nel manifestare il suo dolore per l’accaduto, ha ricordato come Wilson ed i suoi amici abbiano «preso una posizione di principio per proteggere i bambini da una sessualizzazione inappropriata e dall'ideologia gender fluid», aggiungendo: «Per questo è stato trattato terribilmente».

Attualmente non conosciamo con certezza le circostanze della morte del giovane, né possiamo esprimerci a riguardo, ma sappiamo bene che il mondo pro family ha sempre più difficoltà anche solo ad affermare rispettosamente verità scientifiche, come il fatto che il sesso è un dato biologico immutabile e che i bambini hanno (ed hanno bisogno di) un papà ed una mamma: il pericolo (assurdo e infondato) è quello di venir considerati gente che discrimina, a cui è meglio chiudere la bocca.

Mentre ribadiamo, dunque, il nostro incrollabile rispetto verso tutti, auspichiamo che sia sempre tutelata la libertà di espressione dei pro family, oggi vittime di tante discriminazioni nel mondo.

 

di Luca Scalise

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