10/10/2020 di Manuela Antonacci

Stati Uniti, trans pubblicizza la sua “maternità simulata”. Il web si ribella

Un gruppo facebook di supporto all’allattamento “Support for mothers on Domperidone” ha interrotto i commenti degli internauti riguardo la storia di una transwoman che ha finto di dare alla luce un bambino per vivere un allattamento immaginario.

Il transgender Gabrielle Darone, che su Twitter è presente con il nickname “Gabrielle Darone Princess Mom” e che nella sua storia in breve si preoccupa di scrivere che è “mamma di due bambini” si era mostrata in un selfie, davanti al suo pc, probabilmente mentre era al lavoro, commentando la sua foto così “37 settimane di gravidanza simulata. Nonostante tutto lavoro ancora come un’ape operaia. Mancano solo tre settimane alla fine”. Pare, inoltre, che Darone assumesse una farmaco, il Domperidone per stimolare la produzione di latte materno. Peraltro parliamo di un medicinale contro il cui utilizzo, nel 2004, la Food & Drug Administration degli Stati Uniti, si è pronunciata, sottolineando i pericoli legati a quest’uso specifico e improprio.

Non contenta, Darone, che ha già due figli suoi, ha annunciato che intende simulare un finto parto, replicandone addirittura le contrazioni e il dolore con uno stimolatore muscolare elettrico, al fine di indurre anche un finto allattamento. Infatti, come si legge in alcuni degli stralci di conversazione avvenuti tra Darone e le altre mamme, l’uomo, si sarebbe preoccupato di sottolineare che “tutti possono produrre latte materno”, solo alcuni avrebbero più difficoltà di altri, tutta qui starebbe, secondo lui, la differenza.

Di fronte alle sue farneticanti posizioni, non tutte le donne del gruppo hanno taciuto, al punto che sarebbero piovuti una valanga di commenti basiti che sarebbero stati, però, prontamente bloccati dagli amministratori. Mentre Darone avrebbe affidato sempre ad un post di fb, pubblicato sul gruppo, tutta la sua amarezza e sgomento, per tanta “cattiveria”. Insomma guai a chiamare la realtà col proprio nome, si finisce nel girone dei cattivoni, nel mondo del “Così è se vi pare”.

 

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