“Star Wars Resistance”, la serie animata in onda negli Stati Uniti su Disney Channel, ha dato un’improvvisa svolta “arcobaleno” ai suoi episodi, introducendo Orka e Flix, la prima coppia omosessuale della saga.
Orka e Felix, nel cartone, gestiscono un negozio che rifornisce di materiali utili i componenti della Resistenza. Per uno degli esecutori produttivi del cartoon, Justin Ridge, non ci sarebbero dubbi: «Penso che sia sicuramente possibile dire che sono una coppia, assolutamente», avrebbe spiegato in una puntata del podcast Coffee with Kenobi condotto da Drew Taylor. «Sono una coppia gay e siamo orgogliosi di questo particolare. Amiamo Flix e Orka».
Pare che la svolta gayfriendly sia stata fortemente voluta dal regista di Star Wars, J.J. Abrams, sin dai tempi del film Il risveglio della Forza, svolta che si sarebbe poi manifestata nel marcare la mano sul legame, portato volutamente oltre l’amicizia, tra i due personaggi Finn e Poe.
Si sa, “business is business” e se, per implementare il successo e i guadagni, il prezzo da pagare è prostrarsi ai diktat della lobby con l’acronimo dalle consonanti infinite, che ormai governa ogni settore di certa cultura e della comunicazione di massa, allora ci si vende anima e creatività senza battere ciglio.
Ma soprattutto si arriva ad accettare di sacrificare, sull’altare della logica e del profitto, anche il giovanissimo e innocente pubblico che evidentemente segue i programmi di un canale come Disney Channel sulla cui confusione e deviazione evidentemente si specula anche, sperando in un futuro sempre più arcobaleno, in cui l’individuo e la sua preziosa, inequivocabile, identità sessuale scompaia, per lasciare il posto ad una sorta di fantoccio sempre più vittima dei meccanismi del mercato, in un silenzio generale assordante. Perché si sa: «Al suon della moneta, ogni rumor s’acqueta».
di Manuela Antonacci