18/02/2018

Simone Pillon: pro vita e pro famiglia, risponde anche a domande scomode

L’avvocato Simone Pillon è un altro di quei candidati alle prossime elezioni che possiamo definire “pro vita e pro famiglia d.o.c.“. Ha scelto di candidarsi con la Lega e ci spiega perché. L’intervista è lunga, ma val la pena di leggerla tutta, a prescindere da chi si andrà a votare...

Avvocato Pillon, lei, nel CDNF è stato uno di coloro che – con ProVita e le altre realtà associative – hanno dato vita ai due ultimi Family Day di Roma. Cosa propone concretamente con la Lega alla moltitudine che ha gremito piazza San Giovanni e il Circo Massimo?

  • Come sapete sono tra gli organizzatori non solo degli ultimi due Family Day (2015 e 2016) ma anche del primo Family Day, quello del 2007 con cui fermammo per ben 9 anni i DICO voluti dall’ulivo di Prodi. Certo, erano altri tempi, altre condizioni e altro tessuto civile ed ecclesiale, ma il minimo comune denominatore di allora si può riscontrare anche oggi: i governi di centrodestra, pur con qualche tensione interna, hanno sempre rispettato la famiglia naturale, quantomeno dal punto di vista valoriale. Si pensi appunto ai DICO che Berlusconi mise nel dimenticatoio, oppure alla legge 40 sulla fecondazione assistita che – almeno nella stesura iniziale – salvaguardava il diritto alla vita degli embrioni. Si pensi all’ottimo piano nazionale per la famiglia che come Forum scrivemmo insieme al sottosegretario Giovanardi e che poi dopo la caduta del governo Berlusconi fu depotenziato e bloccato da Riccardi e Monti. Si pensi anche al decreto con cui il governo di allora tentò di salvare la vita a Eluana Englaro, condannata a morte per fame e per sete da una sentenza ideologica. Se è vero che le autentiche politiche familiari non sono mai state integralmente praticate da nessun governo, è altrettanto vero che c’è una radicale differenza tra il pensiero politico e antropologico del centrodestra e quello della sinistra. E’ infatti la sinistra a volere l’agenda relativista e individualista che vede nella famiglia naturale il peggiore nemico. Ecco perché, nel nome di false libertà, si vuole sostituire la famiglia con una moltitudine di soluzioni pseudorelazionali tra soli uomini, tra sole donne o tra più generi diversi (58, 60, o quanti?), così che alla fine, se tutto è famiglia, niente più è famiglia. Sempre da sinistra arriva l’orrore dell’utero in affitto e della genitorialità gay, così da costruire a tavolino orfani di padre o di madre. Lo stesso dicasi per droga libera, omofobia, eutanasia, adozione gay, tutte proposte di legge che i governi del PD o di Liberi e Uguali perseguono e perseguiranno se resteranno al potere. Non dimentichiamo che un personaggio apparentemente moderato come Gentiloni, ha rivendicato tra i successi del suo governo l’approvazione della legge sulle DAT che altro non è che eutanasia per fame e per sete. Potremmo poi parlare dell’ideologia gender che in molti vorrebbero propinare nelle scuole di ogni ordine e grado per indottrinare i (nostri) figli con le loro colonizzazioni ideologiche. Debbo dire con rammarico che il Movimento 5 stelle su questi temi ha un pensiero esattamente equivalente a quello del PD, come dimostrato dal voto garantito alle DAT, e dalle innumerevoli prese di posizione in materia. Allargando l’orizzonte possiamo dire che mentre la sinistra è sostanzialmente prona alle imposizioni europee e alla globalizzazione selvaggia e decisa a consentire la deportazione di massa e la sostituzione demografica che si traduce in un incontrollato flusso migratorio, a destra si cerca di valorizzare la sovranità nazionale e difendere sia il nostro paese sia i cittadini stranieri dall’immigrazione selvaggia. La scelta di campo per me era dunque obbligata. Devo dire che all’interno dello schieramento di centro destra ho sempre avuto particolare simpatia per la Lega, di cui sono elettore fin da giovanissimo. Quello che mi è sempre piaciuto della proposta politica del Carroccio è la particolare attenzione per le piccole comunità locali e per le tradizioni dei vari territori. Certo, l’iniziale visione della sterile contrapposizione tra Nord e Sud Italia era miope ed inaccettabile, ma ora, con la prospettiva nazionale di autonomia nell’unità, di cui Salvini si è fatto portatore, credo che la Lega sia finalmente arrivata a maturità e sia l’unica proposta politica di ampio respiro presente nel nostro Paese e capace di contrapporsi efficacemente alle potenti lobbies finanziarie internazionali che mirano a fagocitare l’Italia. Non a caso la Lega in campo internazionale guarda a Trump, guarda ai paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria e altri) specialmente con riguardo alle comuni radici cristiane, e non fa mistero di apprezzare alcune scelte identitarie di Putin. Anche io sono persuaso che se il nostro Paese vorrà davvero resistere all’ideologia globalizzante lo dovrà fare ritrovando i fondamenti culturali giudeo cristiani. Le lobbies internazionali, la grande finanza e l’Europa dei poteri forti stanno premendo per spartirsi l’Italia dopo averne strappato radici e fondamenti identitari. Noi dobbiamo resistere. E’ un po’ come se la storia si stesse ripetendo: come infatti i comuni lombardi nel 1100 seppero unirsi sotto il segno della fede (non dimentichiamo che il Carroccio era un carro trainato da buoi bianchi ove trovava posto il gonfalone con una grande croce rossa in campo bianco e dove un frate celebrava la messa durante la battaglia) e salvaguardare la loro indipendenza, al loro identità e le loro famiglie contro l’impero centralista del Barbarossa, così la Lega di oggi, additando i valori comuni e sostenendo con forza le piccole comunità territoriali di cui ciascuno di noi fa parte, tenta di far riemergere le identità locali come antidoto alla globalizzazione inumana. Non a caso nel programma della Lega si parla di riscoperta delle radici giudeo-cristiane, di sostegno alla natalità, di lotta all’inverno demografico e si promette il più ferreo impegno contro adozione gay, utero in affitto e altre politiche di dissoluzione della famiglia.
  • Del resto basta andare nei territori governati dalla Lega, dalla Lombardia al Veneto ai moltissimi comuni italiani amministrati dal Carroccio per capire di cosa si parla: dal buono scuola al telefono anti-gender, dal fisco a misura di famiglia alle culle per la vita, dal sostegno alle tradizioni locali e alla famiglia, ai registri comunali della bi-genitorialità, sono espressioni molto concrete di come la politica possa diventare buona politica.
    Io voglio portare in Parlamento le istanze del Family Day, ma lo voglio fare in un partito, certo vicino ai nostri valori, ma anche forte e capace di incidere con determinazione sulle scelte del governo.
    Solo così potremo costruire una nuova grande alleanza italiana, europea e globale per la famiglia. Solo così sapremo guidare una autentica ripresa valoriale.
    La crisi economica – come ormai tutti sanno – ha le sue vere cause nella crisi dei valori che l’occidente sta drammaticamente affrontando. Gli uomini e le donne non sanno più chi sono, non generano stabilità e consapevolezza e tutto si concentra sull’egoismo del singolo. Una volta la ricchezza di una generazione si concentrava nella casa familiare di mattoni, capace di passare ai figli e ai nipoti l’eredità del lavoro duro dei genitori. Oggi ognuno vive per sé, condannato a spendere tutto per sé. Siamo aridi e sterili, incapaci di dare. L’unico antidoto all’egoismo è la famiglia. Ecco perché se vorremo agganciare la ripresa economica dovremo necessariamente agganciare prima la ripresa valoriale. Non a caso Trump ha posto le politiche pro-life alla base della sua azione di governo. Ha compreso che un Paese capace di investire sui propri figli è un Paese capace di essere forte oggi e domani. Non possiamo fare la fine della Svezia, in cui gli abitanti vivono ormai tutti da soli e con tassi di suicidio da record. Non possiamo finire come il Canada o la Gran Bretagna, dove il gender ha ormai pervaso la società. Non possiamo neppure finire come la Francia, dove le politiche per la natalità avulse dalle politiche familiari hanno generato figli orfani di padre dalla nascita. Dobbiamo ritrovare l’essenza della nostra cultura italiana e cioè la cultura della famiglia, la cultura della vita, la cultura delle relazioni gratuite e oblative, vera e “felice eccezione italiana” come celebrata dal Santo Papa Giovanni Paolo II. Mi sono alzato in piedi per difendere tutto questo.

Aborto, obiezione di coscienza, unioni civili, DAT, fecondazione artificiale, utero in affitto, gender a scuola, libertà di manifestazione del pensiero... I fronti aperti su cui il prossimo Parlamento potrebbe fare ancor più danni di quelli che hanno fatto le Camere uscenti. Secondo lei c’è una qualche priorità di intervento? O c’è qualche pericolo più incombente?

  • Tutti i temi indicati nella domanda sono di fondamentale importanza, e sono tutti messi a rischio dalle ideologie mortifere di cui dicevamo poc’anzi.
    Di aborto muoiono ogni anno decine di migliaia di italiani. Le unioni civili hanno trasformato la famiglia in uno tra i mille modi di stare insieme, così che alla fine se tutto è famiglia niente è famiglia. L’orribile piaga dell’utero in affitto, vero e proprio crimine contro l’umanità, è stata sostanzialmente sdoganata nel nostro ordinamento. Il rischio dell’indottrinamento gender, per cui un bambino verrà educato come se fosse femmina e viceversa, è ancora vivo ed attuale, come dimostra la nomina all’UNAR di un funzionario PD molto gradito alle associazioni LGBT.
    Io stesso, da avvocato, sto difendendo in sedi disciplinari e penali medici, psicologi, farmacisti e insegnanti trascinati davanti ai giudici per dar conto delle loro posizioni pubbliche in difesa della famiglia e della vita umana.
    Ne so qualcosa anche personalmente, visto che sono sotto processo penale su querela di una associazione gay per aver osato definire pornografico un loro volantino in cui si spiegava come “aumentare l’eccitazione del partner” in un rapporto omosessuale, mettendo tale testo a disposizione di studenti minorenni senza informare né le famiglie né i docenti. Hanno chiesto oltre trecentomila Euro di risarcimento… vedremo cosa deciderà il tribunale…
    Dire la verità comincia a costare molto caro, e il pericolo della legge liberticida sull’omofobia è ancora molto attuale.
    Altrettanto attuale è il rischio che la prossima legislatura decida di liberalizzare la droga, così da chiudere i nostri ragazzi nei bagni delle scuole a fumare cannabis.
  • In definitiva possiamo dire che il vero pericolo incombente è la vittoria della sinistra o dei grillini. Tale eventualità, tutt’altro che remota, sarebbe una autentica disfatta per il nostro Paese. Il senatore Grasso non fa mistero di volere l’adozione gay e l’utero in affitto tra le sue priorità, e il PD di Renzi e Gentiloni non esita a ricordare quotidianamente per bocca dei suoi più autorevoli esponenti che omofobia e matrimonio gay saranno tra le prime leggi da approvare, e che l’aborto andrà diffuso e facilitato. Accanto a questo è già pronto il progetto per lo ius soli che, lungi dal permettere una autentica integrazione ai cittadini stranieri, diventerà fonte di divisioni culturali all’interno stesso delle famiglie immigrate, oltre a catalizzare ulteriormente la deportazione di massa verso il nostro Paese. Non a caso il Santo Padre ha parlato recentemente del “diritto a non emigrare”.
  • Dobbiamo essere molto chiari con le persone: questa legge elettorale non consente avventure o azzardi, né avventure con piccoli partiti identitiari. Rispetto coloro che tentano una simile strada, ma credo sia molto pericolosa in questo contesto storico e con questa legge elettorale. Sono infatti persuaso che per arginare le sinistre e i grillini dobbiamo per amore o per forza concentrare il voto sulle coalizioni perché qualsiasi partito fuori coalizione rischia di restare fuori dal Parlamento e soprattutto rischia di condannare alla totale inutilità i suoi elettori, visto che i voti saranno semplicemente buttati via, senza neppure esser riassegnati. Vi faccio un esempio. Nel mio collegio elettorale al Senato, che comprende Monza, la Brianza e la Martesana, sono quarto in elenco ma secondo di fatto, visto che la prima e la terza in lista saranno certamente elette in altro collegio in base alle complicate alchimie della legge elettorale. Tuttavia non è affatto sicuro che la Lega in quel collegio riesca a farmi eleggere. Bastano infatti pochi voti, anche un solo punto percentuale, per fare la differenza tra la mia elezione o l’elezione di un senatore del PD. Ecco perché mi permetto di chiedere a tutte le persone che si riconoscono nel nostro programma pro life e pro family di votare la Lega, specialmente nel mio collegio e in Lombardia (i resti son calcolati su base regionale) , perché quel punto percentuale, da solo non vale nulla ed anzi a norma della legge elettorale viene semplicemente ignorato, mentre unito alla consistente base del voto di partito, permette di farmi eleggere. Lo stesso accade nel collegio di Roma, dove pochissimi voti faranno la differenza tra l’elezione di Emma Bonino o quella del nostro amico pro family Federico Iadicicco. Con questa legge elettorale la croce sul partito è l’unico modo intelligente di votare sia il partito, sia la coalizione, sia il candidato. Ecco perché invito a votare e a votare Lega, per far perdere la sinistra e i grillini. Il guerriero della Lega c’è stampato sulla scheda elettorale. La croce mettetela voi!

Cosa pensa della petizione di ProVita perché le donne siano informate in modo corretto e veritiero sulle conseguenze indesiderate che può avere l’aborto volontario?

  • La questione dell’aborto è cruciale nella ripresa valoriale. Non a caso Trump nel suo programma di governo ha posto le politiche pro life a fondamento dell’identità stessa della sua amministrazione. Il PD e le altre sinistre nel loro programma elettorale vogliono favorire l’aborto eliminando gli obiettori e diffondendo le pillole abortive. Lo stesso i grillini. Un Paese che non è capace di accogliere i propri figli, come può pensare di avere un futuro? La piaga sociale dell’aborto ha un costo enorme in termini di vite umane, ha un costo enorme in termini di perdita di forza sociale (ogni anno con l’aborto scompare una città di medie dimensioni) e ha costi enormi per le donne convinte a praticarlo. Ho conosciuto donne che a distanza di venti o trent’anni da quando hanno abortito volontariamente, ancora soffrono terribilmente per aver tolto di mezzo il loro bambino. Per questa ragione sono pronto ad impegnarmi affinchè l’obbiettivo “aborti zero” diventi una priorità del governo. Lo faccio per il bene dei bambini, che hanno tutto il diritto di nascere. Lo faccio per il bene del Paese che in tempi di inverno demografico ha tutto il diritto di poter far conto sul pieno capitale umano, ma lo faccio anche per le donne che devono avere il diritto di far nascere il loro bambino. Nessuna donna cui sia offerta una alternativa seria e immediatamente praticabile decide mai di abortire. In questo senso ringrazio Pro Vita per l’impegno profuso sul campo nella battaglia per salvare vite umane. In questo senso credo che battersi per cambiare la legge 194/78 sia importante, ma che altrettanto importante sia lavorare sul campo per arrivare sul piano culturale e sociale a offrire ogni singola mamma un valido e concreto motivo per tenere il bambino che porta in grembo. Si può e si deve fare l’uno e anche l’altro. Un’altra legge strategica da adottare è la riforma dell’art. 1 del codice civile, introducendo la personalità giuridica del concepito. Come pure si deve togliere di mezzo l’iniqua e violenta legge sul fine vita, approvata in fretta e furia, eliminando l’eutanasia per fame e per sete e restituendo all’alleanza tra medico, paziente e familiari quel sereno giudizio sulle terapie e le cure che caso per caso sono davvero appropriate per il malato, garantendone sempre il primario diritto alla vita.

Una questione spinosa: lei è favorevole alla regolamentazione della prostituzione? Eppure, tutte le donne che sono riuscite ad uscir fuori dal giro denunciano che essa è comunque una forma di violenza e di sfruttamento: nessuna prostituta è davvero libera di fare quel mestiere. Inoltre tutti i tentativi di regolamentazione ( tipo in Olanda e Germania) si sono rivelati fallimentari: violenza, abusi e tratta di schiave sono lungi dall’essere arginate, ma si moltiplicano. Viceversa è il modello svedese, dove la legge punisce severamente e senza sconti i clienti, copiato da altri Paesi scandinavi, che sembra funzionare. Cosa pensa in proposito?

  • Non è affatto una questione spinosa, o quantomeno non lo è per me: sul punto ho le idee molto chiare. Alla fine degli anni novanta collaborai per lungo tempo con una realtà di volontariato che nella mia città natale si prendeva cura delle ragazze di strada. Andavamo a incontrarle in ambulanza, offrivamo loro un bicchiere di the caldo, parlavamo con loro. Alcune poi trovavano la forza di lasciare il racket. Ricordo ancora una di loro, si chiamava Dorina, che ebbi l’onore di difendere in un processo penale contro i suoi aguzzini, ottenendo anche un considerevole risarcimento dei danni in suo favore.
    Sono pertanto persuaso che il tema della prostituzione sia un argomento da affrontare con forza e coraggio, senza far finta, come si fa oggi, che non esista. Già oggi ci sono migliaia di ragazze e ragazzi che si prostituiscono. Già oggi ci sono case chiuse, nascoste sotto al denominazione di centri massaggi o altre coperture.
    E’ quindi importante parlarne, e trovare insieme possibili soluzioni. Questo è il senso della provocazione di Matteo Salvini, anche se devo precisare che nel programma della Lega non c’è traccia della riapertura delle case di tolleranza.
    Circa le possibili soluzioni al fenomeno, personalmente sono convinto che la soluzione penale sia poco utile. Come possiamo infatti pensare di fermare la prostituzione sanzionando i clienti, quando permettiamo nel contempo ai nostri giovani di crescere con pane e pornografia, quando consentiamo che il corpo femminile (e anche maschile) sia continuamente usato come oggetto dalle TV e dai media, e soprattutto quando invochiamo per i nostri figli un’educazione sessuale che si trasforma in ipersessualizzazione dei più piccoli? La vera soluzione alla prostituzione non è sul piano penale ma sul piano culturale.
    Dobbiamo riconsegnare l’educazione sessuale ai genitori, magari ben formati e preparati.
    Dobbiamo fermare l’invasione del porno.
    Dobbiamo fermare la deportazione di ragazze straniere vendute come schiave del sesso sulle nostre strade
    Su questo sono pronto a combattere la buona battaglia.
    Dobbiamo tuttavia da ultimo considerare che – volenti o nolenti – esiste da sempre una percentuale di persone (non solo femmine, ma sempre più spesso maschi e tra questi ultimi molti transessuali) disposta a prostituirsi anche a fronte di altre opzioni di vita. Ed esiste da sempre una percentuale di persone disposte ad offrire denaro in cambio di sesso. Non possiamo far finta di nulla, e sono persuaso che aprire un dibattito nel Paese su un tema che tanto riguarda anche la criminalità e la sicurezza sia comunque positivo.
    Detto questo, stiano pur tranquilli i miei amici criticoni, che se – dopo un adeguato e ampio confronto – mi sarà chiesto di votare per la riapertura dei bordelli, la mia risposta sarà un semplice ma fermo “no, grazie”.

Per noi l’intervista si ferma qui. Ha altro da aggiungere?

  • Colgo l’occasione per rispondere anche a chi mi accusa di fare da stampella alla candidatura di Giulia Bongiorno. In primo luogo, come ho già detto più sopra, la Bongiorno sarà certamente eletta altrove, quindi un voto alla Lega e particolarmente nel mio collegio è un voto prezioso per consentirmi di portare a Roma tutte le nostre battaglie. In ogni caso non sarà mai un voto sprecato, visto che l’altro candidato da eleggere nel mio collegio è l’amico Massimiliano Romeo, già presidente del consiglio regionale lombardo e noto a tutti per aver fatto scrivere “family day” a caratteri cubitali sul Pirellone il 15 giugno 2015. Inoltre debbo chiarire che il programma della Lega su gender nelle scuole, sostegno alla vita e soprattutto in materia di blocco alle adozioni gay e all’utero in affitto è assolutamente confermato e non è minimamente in discussione, come è stato garantito personalmente da Matteo Salvini quando ha aderito con entusiasmo alla piattaforma valoriale del Comitato del Family Day.
    Personalmente apprezzo il lavoro di Giulia Bongiorno sul tema della sicurezza delle donne e sull’importanza della bigenitorialità anche dopo la separazione dei coniugi e credo che su questo potremo fare un ottimo lavoro insieme. Non condivido alcune sue prese di posizione e alcune sue scelte personali, ma resta il fatto che sui nostri temi, la linea della Lega, di quasi tutti i suoi dirigenti e della stragrande maggioranza dei suoi militanti è quella proposta da Massimo Gandolfini e fatta propria da Matteo Salvini.
    Per questo, e solo dopo aver avuto tali rassicurazioni, ho deciso insieme a Giancarlo Cerrelli e agli altri amici di dare il mio nome alla Lega per la candidatura.
    Mi sento dunque di garantire gli amici che si riconoscono nei valori del Family Day e di poterli consigliare in coscienza di votare e di far votare per la Lega.
    A chi poi non volesse proprio votarmi, chiedo almeno una preghiera. Quelle, a differenza di alcuni voti, non vanno mai sprecate.

Francesca Romana Poleggi


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