02/05/2025 di Luca Marcolivio

Scegliamo la Vita 2025. Tra le testimonianze quella “scomoda” di Emanuel Stoica

La sua storia è venuta alla ribalta l’anno scorso, quando, per una scelta più che mai controcorrente, ha deciso di rinunciare alla pensione di invalidità. Al di là questo episodio, finito su più di un giornale, Emanuel Cosmin Stoica è un personaggio che vale la pena conoscere da vicino. 26 anni ancora da compiere, soffre di una grave forma di disabilità, l’atrofia muscolare spinale (Sma). Ciononostante, è un vulcano di gioia e di iperattività e, già da qualche anno, sono virali i suoi contenuti - anche molto autoironici - sui social.

Laureato in giurisprudenza, Stoica è avvocato praticante e libero professionista. Si occupa di consulenze aziendali per quanto riguarda l’inclusione e disabilità. Trattando della propria condizione fisica afferma che «la disabilità è un tema su cui si può persino scherzare sopra…». E aggiunge: «Sono fidanzato e convivo con la mia compagna: a molti può risultare strano che una persona con disabilità possa avere una vita sentimentale». E di questo e molto altro parlerà nella sua testimonianza sul palco della Manifestazione Nazionale “Scegliamo la Vita”, il prossimo sabato 10 maggio a Roma.

Il libro “Scomodo, come la verità”

Nato in Romania, a sei mesi ad Emanuel è diagnosticata la Sma in una forma talmente grave che i medici gli avevano dato appena 18 mesi di vita. Il destino, tuttavia, si è rivelato molto più benigno del previsto, laddove la patologia – per quanto severa – si è manifestata in una forma meno aggressiva rispetto alla diagnosi iniziale. Ciò ha consentito a Emanuel (trasferitosi nel frattempo, all’età di tre anni, a Torino con la madre) di studiare, formarsi, avere una vita sociale e fare progetti di vita. La sua condizione di disabile la racconta sui propri profili social (su Tiktok può vantare oltre 200mila follower) e nel suo primo libro, dal titolo Scomodo, come la verità, in cui Stoica ribalta tutti i luoghi comuni sulla disabilità, smascherandone il velo di ipocrisia e falso pietismo che si ammanta spesso intorno alla problematica. Un disabile, sostiene il giovane di origine rumena, non chiede né compassione, né buonismo; chiede soltanto di vivere e di avere opportunità come qualunque normodotato.

L’influencer dell’autoironia

«Sui social parlo della mia condizione fisica, che è una condizione oggettiva e palese», racconta Stoica a Pro Vita & Famiglia. «Pur avendo io una disabilità certe volte vista come una paura, voglio trasmettere il messaggio che si può vivere più dignitosamente, si può avere una vita impegnata, piena d’amore, di amici, ci si può divertire, eccetera».

Emanuel, come detto, sarà tra i testimonial della prossima Manifestazione per la Vita, in programma a Roma il prossimo 10 maggio. Lo farà anche per sfidare «la cultura woke e del politicamente corretto che, negli ultimi anni, si sta imponendo sulla gente ma anche sui diritti, in particolare sul diritto a vivere, soprattutto per quanto riguarda la disabilità». Stoica afferma, quindi, di condividere pienamente «i valori di chi, come Pro Vita & Famiglia, porta avanti battaglie contro questo tipo di cultura che si sta imponendo in maniera molto forte sulle vite delle persone».

L’appello: «ogni vita è degna»

Da chi seguirà la sua testimonianza, Emanuel Cosmin Stoica si attende che «capisca ogni vita è degna di essere vissuta ma, soprattutto, che ogni vita va vissuta in maniera particolare, in base alle proprie condizioni e in base a quello che è possibile fare. Bisogna impegnarsi nel permettere a tutti di poter vivere, al di là delle proprie condizioni fisiche, di salute, economiche o sociali. Credo soprattutto nell’importanza di dare esempi di cosa voglia dire riuscire a vivere più che dignitosamente, ad avere una famiglia, una vita sociale e lavorativa, nonostante una condizione di svantaggio o di debolezza. E di andare contro chi cerca di raccontare tutti i giorni che la disabilità presenta limiti e ostacoli insormontabili: questa è una bugia che si vuole raccontare, è pura retorica».

«Per chi ha una disabilità - conclude Stoica - le limitazioni ci sono ma si possono superare, trovando metodi nuovi per affrontare le sfide. Al contrario, chi ci racconta che, a volte, basta staccare la spina, e porre fine alle sofferenze, dice una grande menzogna. Non è tanto il dolore fisico che può spingere all’eutanasia, è una scelta a cui si può venire indotti da un sistema che non garantisce un’inclusione sociale e una partecipazione attiva della persona».

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