22/03/2023 di Luca Marcolivio

San Marino: bloccata la libera vendita di Ellaone. I dettagli

A un anno e mezzo dallo choc dello sdoganamento dell’aborto per via referendaria, a San Marino, i pro-life arrivano ad una piccola ma significativa vittoria. Il 15 marzo, il Consiglio Grande e Generale della piccola repubblica ha bocciato una proposta di ulteriore liberalizzazione: per tre voti è stato impedito che la pillola abortiva Ellaone fosse venduta in farmacia, senza prescrizione, né ricetta, anche alle minorenni. A riguardo, Pro Vita & Famiglia ha raccolto il commento di Aida Maria Adele Selva, consigliera del Partito Democratico Cristiano Sanmarinese, che si è fatta portavoce della resistenza pro-life.

Aida Maria Adele Selva, il voto della scorsa settimana sulla pillola dei 5 giorni dopo, può considerarsi una vittoria per i pro-life sanmarinesi?

«Sicuramente sì. l’Istanza d’Arengo n°18 chiedeva la disponibilità d’urgenza del contraccettivo Ellaone nelle farmacie sanmarinesi senza ricetta, sia per le maggiorenni sia per le minorenni. Questo è un fatto di una gravità inaudita. Nel mio intervento in Consiglio, ho messo subito in evidenza che la stessa molecola di quel prodotto, con un dosaggio cinque volte inferiore, è stato utilizzato per la cura dei fibromi uterini ma è stato ritirato dal commercio per casi di epatite fulminante: come si può, quindi, somministrare questo farmaco alle donne, indipendentemente dall’età? Ma soprattutto: come è possibile darlo senza controllo medico? Come si può pensare che questo farmaco venga assunto come metodo contraccettivo, quando poi provoca danni enormi? Preciso che da noi, al momento, questo farmaco viene dato sotto controllo medico e al consultorio, senza bisogno di ricetta medica, viene semplicemente registrata la prescrizione».

In che modo si è arrivati alla bocciatura di questa istanza?

«In aula eravamo 37, dei quali in 20 abbiamo respinto la proposta, mentre in 16 hanno votato a favore e uno si è astenuto. 17 dei voti contrari sono del nostro gruppo, quello del Partito Democratico Cristiano Sanmarinese, che è stato compatto sulla volontà di non procedere a dare farmaci di questo tipo come se fossero caramelle. È stato un voto sul filo del rasoio: parecchi di coloro che avevano votato a favore della regolamentazione dell’aborto nella Repubblica di San Marino, erano assenti».

A San Marino, l’aborto è stato legalizzato molto di recente…

«Sì, è avvenuto a seguito di un referendum propositivo. La Legge n°127 per la regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza è stata promulgata il 7 settembre 2022. Questa legge deriva proprio dall’accoglimento del referendum propositivo che si votò il 26 settembre 2021. Amaramente le ricordo che sono andati a votare il 41% degli aventi diritto, non della totalità degli elettori. Il 77,3% hanno detto sì e il 22,7% abbiamo detto no. Abbiamo fatto una massiccia campagna contro questo referendum, abbiamo cercato davvero di mettercela tutta e ringraziamo ancora anche voi amici di Pro Vita & Famiglia che ci avete sostenuto in questa campagna referendaria. Purtroppo, l’esito è stato molto triste, ma lo sarebbe stato anche se il referendum avesse vinto con il 55% o con il 50,1%. Una percentuale così alta, però – le dico la verità – non me la sarei aspettata. Secondo me, molti di quelli che non sono andati a votare, sono proprio coloro che forse sarebbero stati favorevoli al no. Ciò non toglie che sia stato un esito veramente negativo. Chiunque ha responsabilità per la vita, sarebbe dovuto andare a votare».

Questo recente voto potrebbe segnare un’inversione di tendenza?

«Me lo auguro, ci sono segnali di questa sensibilità alla vita anche in Italia e a livello internazionale. Anche perché, a mio avviso, quello che sta succedendo oggi è proprio questo: siamo come addormentati, assopiti, la vita è stata banalizzata, ci bombardano continuamente di informazioni contro la vita, come se questa non avesse più valore. Bisogna risvegliare questa coscienza. I dati dicono che da quando è entrata in vigore la legge, quindi da sei mesi, sono dodici le donne che si sono sottoposte ad un’interruzione volontaria di gravidanza. Se verranno confermati i dati, emergerà che la maggior parte di queste donne sono già sposate e hanno una certa età, come ho detto nei miei interventi in Consiglio. È tutto frutto di questa perdita di valore della vita, del nascituro e anche del rispetto della donna. C’è questa mancanza di percezione della gravità dell’atto per cui si annulla una vita. Io però l’ho ribadito anche in Consiglio: l’aborto è un omicidio e in esso non c’è nemmeno rispetto per la salute della donna».

 

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