22/12/2022 di Francesco Comegna

Rowling aiuta le donne vittime di violenze ma. . . viene attaccata dagli Lgbt. Ecco cosa è successo

In un’epoca di paradossi come la nostra, può accadere che anche l’apertura di un centro anti violenza per donne vittime di abusi sessuali possa destare polemiche, nonostante il tema della violenza sulle donne sia ormai (almeno a parole) al centro di tutti i dibattiti pubblici. È successo alla famosa scrittrice J. K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, ultimamente tornata alla ribalta non tanto per il suo genio creativo, ma per la feroce macchina del fango che la comunità LGBT ha messo in atto nei suoi confronti, in quanto rea di non aver incluso nella definizione di donna le persone transgender nate maschio. Sono anni infatti che la Rowling è vittima di una vera e propria campagna d’odio che è sfociata in un esplicito invito al boicottaggio di tutte le sue fatiche editoriali, soltanto perché si è più volte espressa pubblicamente come contraria alle istanze gender portate avanti dalla comunità LGBT, inserendosi in quella guerra culturale tra femministe e attivisti trans che da anni tiene banco nel mondo anglosassone e che ormai è sbarcata anche da noi.

Ebbene proprio la Rowling ha appena annunciato di aver fondato a Edimburgo un centro di accoglienza per donne vittime di violenza sessuale, interamente finanziato da lei, in quanto a suo dire, nella città di Edimburgo, ci sarebbe un grosso gap da colmare in quell’ambito assistenziale. I centri anti stupro cittadini infatti, hanno adottato le cosiddette “politiche inclusive” per transessuali, che hanno portato addirittura un trans alla gestione del più grande centro anti-stupro della città, che avrebbe rilasciato dichiarazioni molto forti verso quelle donne che «esprimono convinzioni inaccettabili sul genere» e che a suo dire, dovranno riformulare il loro trauma qualora fossero perplesse nell’essere assistite da un transessuale dopo essere state vittime di violenza maschile. Oltre il danno anche la beffa quindi per queste donne, che magari dopo il trauma di una violenza sessuale vorrebbero trovare rifugio in un’assistenza femminile e invece sono costrette ad avere a che fare con un uomo, dovendo stare attente a non urtare la sua sensibilità di persona transgender e a non far trapelare un’eventuale opinione discordante sull’argomento dell’identità di genere. La Rowling ha trovato tutto questo inaccettabile e ha pensato di porvi rimedio fondando lei stessa un centro anti violenza, proprio perché essendo stata in passato vittima di violenza domestica e abusi, ha molto a cuore la questione e sa bene quanto in quei casi sia importante poter avere la libertà di scegliere un’assistenza fatta esclusivamente da donne per le donne.

Chiaramente la polemica è divampata e la rivendicazione della Rowling per spazi accessibili esclusivamente a donne biologiche le è nuovamente costata l’appellativo di “transfobica”, in un momento storico durante il quale il parlamento scozzese sta per approvare una legge sull’autodeterminazione dell’identità di genere, dove basterà una semplice dichiarazione per cambiare ufficialmente sesso.

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