16/10/2014

Roma – Ecco chi terrà lezioni gender ai nostri ragazzi. A spese dei contribuenti

Centoventimila euro per quattro progetti in cinquanta scuole del Lazio contro l’omofobia e la transfobia, il velo dietro cui si cela l’indottrinamento gender . È questo l’ultimo successo del presidente Nicola Zingaretti riportato dal Corriere della Sera, che, dall’alto della Pisana, rivendica il traguardo: “E’ il più ampio piano in Italia contro le discriminazioni”.

I progetti vincitori del bando sono: “Laboratorio contro la discriminazione verso le persone Lgbt”, realizzato da Gay Center; “Stop Lgbt bulling” di T6 Società Cooperativa; “D@P-Diritti al punto” firmato da Gay Project e “Lgbt All right(s)”, un progetto che rappresenta il lavoro del gruppo di associazioni Cirses, Agedo, Genitori Rainbow, Famiglie Arcobaleno, Libellula e Circolo Mario Mieli.

E saranno proprio queste le associazioni che entreranno in contatto con circa venticinquemila ragazzi delle scuole superiori della Capitale e della Regione. Ne avevamo parlato a luglio ma ora siamo al via.

Un progetto ambizioso che però nasconde al suo interno qualche non piccola contraddizione, come ha ricordato Federico Iadicicco, dirigente nazionale di FdI-An:

“Mi domando perché Zingaretti abbia rinvenuto l’emergenza di destinare così tanti soldi alla lotta all’ omofobia , dal momento che in Italia, secondo importanti istituti statistici nazionali come Istat e Swg, gli italiani non sono risultati omofobi. Inoltre, secondo il Pew Research Center l’Italia è l’ottavo Paese al mondo quanto ad accettazione sociale dell’omosessualità. Non vedo quindi dov’è l’emergenza e perché al limite non si è deciso di finanziare anche progetti contro tutte le altre forme di discriminazione all’interno delle scuole”.

E annuncia:

“Presenteremo un’apposita mozione in Consiglio regionale per chiedere l’istituzione di una Commissione di controllo e vigilanza dei progetti regionali. Non vorremmo che dietro questa iniziativa in realtà si nascondesse un disegno di indottrinamento di genere”.

Un percorso, quello di Nicola Zingaretti contro le discriminazioni di genere, iniziato quando era già presidente della Provincia di Roma, l’ente pubblico che aveva il principale compito di mettere in sicurezza e manutenere le strade provinciali in entrata e uscita da Roma, oggi come ieri ridotte per lo più allo sfascio.

 

Strano poi che nessuno tuoni allo spreco, così come spesso accade fra il popolo social nei confronti della politica. Nessuno che abbia detto che forse con 120 mila euro si sarebbero potuti costituire, ad esempio, fondi per adolescenti vittime di discriminazioni di genere forse, ma anche di bullismo, razzismo e violenza.

Ma probabilmente così la notizia sarebbe passata in sordina e nessuno avrebbe applaudito al presidente politicamente corretto al fianco delle lobby omosessuali di Roma e del Lazio.

Sarebbe stato giusto coinvolgere, oltre alle suddette sigle di chiara matrice ideologica, anche le associazioni a difesa e a tutela della famiglia presenti nel Lazio. In questo modo avremmo avuto per lo meno un confronto pluralistico e democratico.

Luca Colavolpe Severi

 

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