05/12/2022 di Giuliano Guzzo

Rifiuta di prescrivere terapia per cambio di sesso. Medico sulla graticola. Succede qui da noi, in Italia

Un medico sulla graticola per essersi rifiutato di prescrivere una terapia ormonale ad una paziente con disforia di genere. Succede in casa nostra, in Italia, precisamente in Alto Adige, dove Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol ODV ha emesso una dura nota contro un dottore che, appunto, in scienza e coscienza ha ritenuto di non prescrivere una terapia richiesta a una sua paziente. «Buonasera Signora», ha scritto il medico in una email resa nota sulla pagina della citata associazione, «deve cercarsi un altro medico per la prescrizione di questa terapia e di questi esami. Secondo me, una terapia ormonale di questo tipo e tutti gli interventi conseguenti non sono giovevoli per la salute e pertanto mi rifiuto di prescriverli». Come si vede, nessun giudizio personale e nessun attacco da parte di questo professionista che, semplicemente, intende operare da medico e non da burattino o da automa.

Eppure, Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol ODV ha diffuso un comunicato che già nel titolo lascia intendere che il dottore in questione abbia letteralmente cacciato la sua paziente in ragione della sua identità di genere: «Sei trans? Cercati un altro medico». A seguire, una nota altrettanto dura: «A pochi giorni dalla giornata mondiale contro la violenza sulle persone trans+ abbiamo registrato una grave discriminazione ai danni di una persona transgender bolzanina. Il medico di base della persona trans si è rifiutato di prescrivere gli esami clini prescritti dal medico specialista e ha invitato la persona a cercarsi un altro medico».

Ora, di tutta tale vicenda sono surreali almeno due aspetti. Il primo è che si dia per scontato che un medico debba eseguire ciò che il paziente ritiene corretto o ciò che ritiene giusto un suo collega; quando invece in Italia i professionisti della salute – si legga l’articolo 9 della legge 194/78 – non possono essere obbligati ad effettuare un aborto, che pure è pratica legale da decenni, figurarsi se possono essere costretti a prescrivere terapie ormonali. Tanto è vero che un utente, sotto la pagina Facebook di Centaurus, è intervenuto proprio sottolineando come la risposta del medico in questione sia eticamente e deontologicamente corretta: «Risposta inattaccabile. Il medico è libero di fare queste valutazioni in scienza e coscienza e ha detto la verità: se non ti sta bene, cambi medico. Succede in continuazione per qualsiasi terapia e che faccia "scandalo" solo perché il paziente è trans è la prova di una discriminazione al contrario».

Il secondo aspetto che colpisce, per com’è stata presentata tutta la questione, è che in effetti i trattamenti ormonali per le persone con disforia di genere siano presentati come assolutamente salutari. Ma questo chi l’ha detto? Sarebbe interessante saperlo, poiché non si può dire che la posizione della comunità scientifica su tale versante sia unanime, anzi. Se consideriamo i pazienti più giovani, infatti, si registrano note di riflessione critica perfino sulla stampa più progressista a livello internazionale. Non più tardi di qualche settimana, a tal proposito, perfino l’insospettabile New York Times ha pubblicato un lunghissimo servizio, firmato da Megan Twohey e Christina Jewett, che fin dal titolo suonava come una denuncia verso i farmaci somministrati ai minori interessati al «cambio di sesso»: They paused puberty, but is there a cost, traducibile in «Essi bloccano la pubertà, ma a che prezzo?».

In quell’articolo, la celebre testata ricordava che bloccare la pubertà nei giovani rischia di determinare conseguenze estremamente gravi o, quanto meno, ancora sconosciute nei pazienti. D’accordo, il caso di Bolzano avrà probabilmente riguardato una situazione lievemente diversa – quella di una paziente maggiorenne, magari -, ma la sostanza non cambia di molto: il “cambio di sesso” e tutto ciò che vi ruota attorno non sono una passeggiata. Mai. E prima di denunciare un medico alla sua Azienda sanitaria o al suo ordine professionale, bisognerebbe fare attenzione. Perché anche i medici sono esseri umani, titolari di diritti e libertà fondamentali da dover tutelare. Strano che sia proprio chi sostiene di far battaglie di civiltà a dimenticarsene.

 

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