23/09/2019

Reggio Emilia, una nuova fiaccolata per i bambini di Bibbiano

A Reggio Emilia, lo scorso 14 settembre, si è svolta una fiaccolata a sostegno dei bambini strappati alle famiglie nella vicenda che ha fatto scaturire l’inchiesta “Angeli e demoni”.

L’evento ha visto la partecipazione di circa 300 persone, tra cui l’associazione “Angeli e Demoni”, il Comitato Famiglie e Vita, il Comitato Sant’Apollinare, l’associazione Renovatio21 e diversi consiglieri della Lega, presenti a titolo personale. Una manifestazione svoltasi in un momento in cui tutto sembrava ricoperto da una fitta coltre di silenzio e di cui Pro Vita & Famiglia ha voluto occuparsi, chiedendo lumi ad uno degli aderenti e promotori dell’evento, Cristiano Lugli, del Comitato Sant’Apollinare.

 

Diverse associazioni sono scese in piazza insieme, per lanciare quale tipo di messaggio?

«Il messaggio che si è voluto trasmettere è che quando si toccano i bambini, anche persone che la pensano in modo diametralmente opposto su diversi argomenti, si ribellano per difendere i più piccoli. Tuttavia uno degli intenti principali della manifestazione è quello di non far calare il silenzio su una vicenda che a livello mediatico sembra essere volutamente caduta nel dimenticatoio».

La fiaccolata ha raggiunto luoghi simbolici della città?

«In effetti la fiaccolata ha toccato le vie principali della città: è partita da via Gioberti che è una piazza in pieno centro, vicino al santuario della Ghiara e ha attraversato uno dei tratti più importanti della via Emilia, fino alla piazza del Duomo. Zone scelte proprio per dare risalto all’evento, almeno agli occhi della cittadinanza, un modo per spingere i nostri concittadini a non rassegnarsi di fronte ad eventi così gravi che meritano di continuare ad essere denunciati ad oltranza e a voce alta ed è questo il nostro compito e la nostra missione».

Cosa chiedete alla giustizia?

«Chiediamo che sia fatta luce sul sistema affidi: spesso il tribunale dei minori agisce mandando ordinanze, senza davvero approfondire i casi, così come i servizi sociali, sembrano agire quasi in spregio alla famiglia, azioni che hanno una matrice ideologica, in quanto sembrano volutamente prendere di mira la famiglia naturale. Inoltre riteniamo assurdo che già dopo due mesi si senta parlare pochissimo di uno scandalo così grande per dimensioni e gravità, se si pensa che, da quando l’inchiesta è esplosa, in Emilia Romagna, hanno cominciato a piovere decine e decine di nuove denunce ed è stato anche necessario uno “spacchettamento” degli elementi investigativi raccolti. Tutto ciò contribuisce a dare un’idea della vastità del fenomeno».

Cosa intendete fare in futuro? Prevedete altre manifestazioni o azioni di protesta?

«Sicuramente non abbasseremo la guardia. Lo scopo delle nostre future azioni sarà quello di tenere alta l’attenzione su questa vergognosa vicenda. Siamo già alle prese, infatti, con una nuova iniziativa: stiamo preparando una conferenza importante sull’argomento, con relatori che ben conoscono il fenomeno, come Francesco Morcavallo, giudice del tribunale dei minori di Bologna fino al 2013 e il giornalista Francesco Borgonovo che si è occupato della vicenda. Ci preme soprattutto tenere deste le coscienze con azioni culturali. Solo una reale presa di coscienza, infatti, può portare ad un’azione di protesta davvero consapevole e ben mirata e dunque destinata a portare frutti in futuro».

 

di Manuela Antonacci

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