11/01/2023

Rai sempre più gender. È ora di dire basta! Ecco i dettagli

Identità di genere, transgenderismo, personaggi Lgbtq e propaganda della sessualità fluida come se niente fosse, trattati spesso – o sempre – senza alcun contraddittorio e con una visione parziale ed edulcorata.

E’ a quanto ci ha abituato, negli ultimi mesi e in tutto il corso del 2022 appena concluso, la Rai. Ebbene sì, la tv di Stato, detentrice dell’importantissimo compito di servizio pubblico e finanziata con il canone, pagato da milioni di cittadini. Un canone che, evidentemente – come denunciamo noi di Pro Vita & Famiglia anche con una petizione – viene usato, appunto, per promuovere l’ideologia gender, senza dimenticare i casi di blasfemia e messaggi anticristiani dello scorso Sanremo. Per questo proprio la petizione che abbiamo lanciato vuole chiedere all’attuale Governo di intervenire con urgenza sulla dirigenza Rai, per impedire che il canone continui ad essere usato anche nel 2023 per promuovere l’ideologia gender e la transizione sessuale dei minori e dei più giovani, con narrazioni emotive, faziose e parziali.

BASTA GENDER IN RAI. INTERVENGA IL GOVERNO - FIRMA QUI!

E di casi pro-gender ce ne sono, purtroppo, tanti. Come il programma “D-SIDE, Il lato diverso delle cose”, su RaiPlay. A marzo 2022 è andata in onda una puntata sull’identità di genere con Francesca Vecchioni, esponente di spicco della comunità LGBTQ, e Leonardo Santuari, giovane “influencer transgender” che ha raccontato sui social la sua transizione sessuale da ragazza a ragazzo.

Oppure ad aprile, quando con il programma “Via delle Storie”, su Rai1, la rete ammiraglia della Tv pubblica, ha trasmesso una puntata sull’identità di genere con la storia della transizione di un adolescente e la partecipazione di Maddalena Mosconi, una psicologa che sostiene la necessità di accompagnare anche i minori che ne facciano richiesta alla transizione.

E ancora il programma “Sex” – siamo ad agosto 2022 e siamo su Rai3 – con un episodio sempre sull’identità di genere con esperienze di giovani ragazzi e ragazze transgender e con il commento di Vladimir Luxuria. Poi la fiction di successo “Mina Settembre”, di nuovo su Rai1, protagonista, ad ottobre scorso, di un episodio con la presenza di uno studente maschio che “si sente” femmina.

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E infine, ma i casi non sono di certo finiti, qualche settimana fa – a dicembre – ben due puntate del programma “Fame d’Amore”, su Rai3, hanno trattato l’argomento di giovani con disforia di genere e che hanno intrapreso o desiderano intraprendere terapie ormonali a base di testosterone od operazioni chirurgiche per sembrare uomini. Una vera propaganda di tutto ciò che ne consegue: modifica del tono di voce, aumento della massa muscolare, crescita di peluria maschile, rimozione del seno, e così via.

Questi, appunto, solo i casi più eclatanti, senza contare i continui riferimenti gender – velati o meno - in altre serie, talk show o programmi.

Tra questi contenuti forse uno più di tutti è stato una palese propaganda gender e altrettanto palesemente pericoloso e scandaloso: la puntata del 19 dicembre di “Fame d’Amore” (Rai3). Nell’episodio, infatti, una ragazza che assume testosterone da diversi mesi per sembrare un uomo afferma soddisfatta davanti agli amici che «la terapia ormonale è la chiave che ti libera a livello sociale».

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Un messaggio grave e pericoloso, che può indurre un giovane in crisi sulla propria identità sessuale a desiderare di assumere farmaci ormonali per tutta la vita o subire interventi chirurgici per alterare e menomare il proprio corpo e sentirsi “liberato” dai disagi. Un invito rischioso anche se pensiamo alle centinaia di persone cosiddette “detransitioner”, le cui storie ci arrivano soprattutto dall’estero. Si tratta di giovani che, una volta intrapreso l’iter di cambio di genere, si sono poi pentiti, ma che spesso si sono trovati – e si trovano tuttora – in un drammatico stallo, poiché impossibilitati a tornare indietro dopo aver concluso interventi irreversibili.

E’ questo che vuole la Rai? È questo che vogliono milioni di cittadini che la finanziano pagando il canone? Con la petizione lanciata qualche giorno fa Pro Vita & Famiglia vuole intervenire proprio su questi aspetti, per impedire che il canone continui ad essere usato anche in questo 2023 per promuovere l’ideologia gender e la transizione sessuale dei minori e dei più giovani. La richiesta è diretta e altrettanto semplice ed è indirizzata all’attuale Governo: basta propaganda gender sulla Rai!

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