22/11/2021 di Luca Volontè

Quanto e perché i Detransitioner sono sottostimati

Un recente sondaggio tra i ‘de-transizionati’ rivela che un numero elevato è arrivato ad accettare il proprio sesso naturale e che molti si sono sentiti spinti alla transizione sessuale verso l’altro sesso, senza che i loro problemi psicologici di fondo fossero adeguatamente affrontati dai loro medici e psicologi.

Il sondaggio è stato condotto online attraverso i social media nei mesi scorsi e pubblicato sulla prestigiosa rivista ‘Archives of Sexual Behavior’. Il sessanta per cento degli intervistati ha detto di essere ora più a proprio agio con il proprio sesso biologico. Quasi la metà (49%) ha detto di essere preoccupata per le potenziali complicazioni mediche future per la transizione subìta. Sperimentare la discriminazione o avere difficoltà ad accettarsi è stato un fattore che ha contribuito per il 23% degli intervistati a decidere nel ‘tornare al proprio sesso biologico’. La maggioranza (55%) ha ritenuto di non aver ricevuto una valutazione adeguata da un medico o da un professionista della salute mentale prima di iniziare la transizione e il 24% degli intervistati ha informato i propri medici di essere tornato ad accettare il proprio sesso biologico.

Per i ricercatori che hanno condotto lo studio sono comunque necessarie più ricerche per capire questa popolazione, determinare la prevalenza della de-transizione come risultato della transizione, soddisfare i bisogni medici e psicologici di queste persone e informare meglio nel processo di valutazione e consulenza prima della transizione. La prevalenza della de-transizione non è nota, ma è probabilmente sottostimata perché la maggior parte dei partecipanti non ha informato i medici che hanno facilitato le loro transizioni.

Alcuni dei soggetti de-transizionati hanno riportato esperienze e testimonianze che supportano le ipotesi ROGD (disforia di genere ad insorgenza rapida), tra cui che la loro disforia di genere è iniziata durante o dopo la pubertà e che i problemi di salute mentale, traumi e difficoltà ad accettarsi come lesbiche, gay o bisessuali sono stati collegati alla loro disforia di genere e al desiderio di transizione.

Questo studio dimostra comunque come sia necessaria una ricerca accademica più estesa in questo campo. Gli attivisti ed estremisti LGBTI strozzano continuamente il dibattito e tentano di cancellare le ragioni ed i dati oggettivi presentati da tutti coloro che difendono la realtà. Studi accademici rigorosi devono essere promossi per assicurare la migliore cura possibile a coloro che sperimentano la disforia di genere per evitare gli effetti irreversibili e devastanti della transizione, in particolare – appunto - per tutti coloro che poi si pentono o col tempo sono in grado di accettare felicemente il proprio sesso naturale.

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