12/02/2024 di Giuliano Guzzo

Primi risvolti e conferme sul caso Careggi. Neuropsichiatra infantile assente

Ma che cosa sta succedendo o è accaduto all’ospedale Careggi di Firenze rispetto al trattamento dei minori con la disforia di genere? Da settimane la struttura sanitaria fiorentina è al centro di un caso rispetto al quale molte notizie si sovrappongono, rendendo difficile la comprensione di ciò che sta accadendo; di qui la necessità di un riepilogo della situazione.

Era il 23 gennaio scorso quando si è diffusa sulla stampa nazionale la notizia di un gruppo di Ispettori ed esperti del ministero della Salute inviato al Careggi di Firenze per avviare un Audit - ovvero un confronto - con i clinici del nosocomio in merito ai percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere e all’uso della triptorelina, ossia il farmaco che viene utilizzato off label per interrompere la pubertà in bambini e adolescenti che manifesterebbero disagio con il proprio corpo sessuato al punto da essere avviati alla «transizione sessuale».

Ebbene, a distanza di giorni i riscontri sul lavoro degli esperti del ministero della Salute non solo sono arrivati ma sono parsi preoccupanti, dando – come già osservato da Pro Vita e Famiglia – «risultati choc». Sì, perché il 31 gennaio l’Ansa ha diffuso un lancio in cui si è dato conto del fatto che «non in tutti i casi di disforia di genere pediatrici trattati all'ospedale Careggi di Firenze sarebbe stato effettuato il percorso preliminare indicato di psicoterapia prima della somministrazione del farmaco triptorelina».

Per avere un più accurato quadro della situazione, il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci, ha inoltrato all’Assessore regionale alla Salute, il dem Simone Bezzini, una interrogazione alla quale quest’ultimo ha fornito, sulla vicenda, altri dati importati: i minori di età compresa tra gli 8 e i 17 anni che si sono rivolti al Careggi sono stati 103 nel 2021, 137 nel 2022 e 159 nel 2023. «Tra questi», ha riportato la giornalista Irene Cosul Cuffaro, «nel triennio in totale sono stati presi in carico dal Careggi 140 minorenni (con un’età media di 14,8 anni) 44 dei quali hanno iniziato la terapia con la triptorelina» (La Verità, 7/2/2024, p.16).

Un altro dato emerso è che l’esperto richiesto per le terapie risulta lavorare in un’altra azienda sanitaria. Insomma, come ha fatto notare il citato esponente di Fratelli d’Italia «nel centro sulla disforia dei minori di Careggi manca lo specialistica in neuropsichiatra infantile» (Corriere Fiorentino, 7/2/2024, p.5), inteso come professionista assegnato esclusivamente al reparto che segue i minori intenzionati alla «transizione sessuale» che ad esso si rivolgono. Per cui, se da un lato i responsabili della sanità della Toscana insistono nel dire che le linee guida sono state rispettate, dall’altro non meraviglia che «il percorso preliminare indicato di psicoterapia prima della somministrazione del farmaco triptorelina» - se troverà conferma ufficiale quanto diffuso dall’Ansa - non sia stato sempre seguito, per il semplice fatto che una figura centrale, nel seguire tutte le procedure, come il neuropsichiatra infantile manca.

Nei giorni scorsi si è fatta avanti sulla vicenda un’altra voce, quelle delle famiglie dei minori che si rivolgono al Careggi, con alcune di esse che hanno tentato di buttare acqua sul fuoco sull’intera vicenda affermando che nella struttura fiorentina «la triptorelina non viene somministrata come una caramella, i nostri figli fanno un lungo percorso prima di iniziare a prendere dei farmaci».

Peccato che le notizie filtrate finora non confortino, in tutti e 140 i casi di minori presi in carico dalla struttura, questo tipo di lettura; peccato soprattutto che, in situazioni simili, non ci si possa fidare delle ricostruzioni e delle interpretazioni delle famiglie. Servono infatti indagini ufficiali e più accurate, come quelle in corso. Che speriamo smentiscano l’idea che anche solo un minore sia stato avviato alla somministrazione di determinati farmaci senza un percorso di psicoterapia, cosa che sarebbe a dir poco scandalosa.

 

 

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